Quest’anno il nostro Paese festeggerà il 77esimo anniversario dalla sua Liberazione dal nazi-fascismo mentre la guerra è tornata ai confini d’Europa.
Come Acli bresciane intendiamo celebrare questa ricorrenza senza incorrere in parallelismi anti-storici con un’altra resistenza in corso, quella ucraina, che speriamo possa avere un esito rapido e favorevole per un popolo che desidera mantenere la propria libertà a un prezzo di vite altissimo. Il popolo ucraino è stato aggredito dall’esercito russo e la sua resistenza va sostenuta, perché la pace non si ottiene restando indifferenti o attraverso progressivi cedimenti agli aggressori, ma garantendo una convivenza tra i popoli basata sul diritto e sul rispetto, che solo una rinnovata forza politica europea può e deve riaffermare. La pace è il frutto più bello della politica.
La guerra in corso ha per altro reso meno scontati quei valori di Libertà e Democrazia che anche noi italiani col tempo ci siamo abituati a vivere talvolta con inerzia e, in taluni estremi casi, con insofferenza. Eppure sono proprio i due pilastri sui quali poggiamo, eretti a caro prezzo dalla nostra Liberazione in poi. È su questi pilastri, Libertà e Democrazia, che vogliamo insistere in questa occasione e ogni giorno, ancora di più in queste settimane che invochiamo a gran voce la pace. Non possiamo lasciare che i nostri pilastri si deteriorino o si logorino, né in Italia né nell’Unione europea che deve farsi sempre più nostra stessa Patria, più coesa e matura politicamente. Anche la Pace nella nostra Europa è più debole, se non si poggia su queste fondamenta, se non si costruisce a partire dalla Politica invece che dalla rincorsa al riarmo.
La Costituzione italiana, nata proprio a valle della nostra Resistenza e della nostra Liberazione, ci ricorda da che parte stiamo. E ci ricorda che la libertà è un diritto, ma anche una conquista e una responsabilità. Nel solco della nostra storia associativa, come Acli bresciane possiamo prenderci l’impegno di essere sempre difensori e promotori di libertà e democrazia, consci che non si tratti di un impegno di mera conservazione, ma soprattutto di progettazione lungimirante. Oggi abbiamo ancora di più il compito di essere costruttori di pace, attraverso la formazione delle coscienze, la promozione della cultura del dialogo, la proposta della politica come luogo di mediazione e soluzione dei conflitti, la solidarietà concreta verso tutte le persone sofferenti dei popoli aggrediti e violentati nella loro libertà. Oggi occorre sostenere anche questa resistenza: la resistenza del grido di giustizia e di Pace, la resistenza della speranza che esista ancora una politica in grado di assicurare giustizia e pace, libertà e democrazia. Il 25 aprile è ogni giorno in cui scegliamo di rinnovare questo impegno.