EDITORIALE
FORZA, ITALIA
di Roberto Rossini (presidente provinciale ACLI)
Franco Battiato si è esibito a luglio nella nostra amata piazza Loggia. Un concerto ordinato: il pubblico, di tutte le età, educatamente applaude al termine di ogni pezzo. Solo in due casi interrompe questa cortesia con boati e alzate in piedi durante l’esecuzione. E accade quando in Povera patria cita i governanti (“quanti perfetti e inutili buffoni”) e il Presidente del Consiglio (“Che male c’è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare primari e servitori dello Stato? Non ci siamo capiti, e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti? Che cosa possono le leggi dove regna soltanto il denaro? La giustizia non è altro che una pubblica merce...”). Quest’ultimo pezzo s’intitola Inneres auge, così, in tedesco. E – dice l’autore – fa riferimento al “terzo occhio”, quello interiore, quello che consente di intuire l’aura della persona, l’anima. Dovremmo concluderne che il pubblico non si è fatto alcun riguardo istituzionale a giudicare, col suo terzo occhio, questa classe dirigente come insopportabilmente incapace e viziosa. Solo pochi mesi fa questa “rivolta di giudizio” ci avrebbe stupito. Non so se si tratti di quell’ira civica di cui parla Flores d’Arcais, quella “che cresce di ora in ora contro un’intera classe politica che oscilla tra inettitudine e ruberia, abissale incompetenza e spudorata criminalità”. Quella che ha fatto iscrivere in poche ore 300mila cittadini ad una pagina Face-book che descrive le vergogne e i privilegi della Casta, dalle pensioni all’immunità contro le indagini. Quella stessa che si è lamentata per l’annullamento dei fondi per la non autosufficienza, la riduzione delle pensioni, l’aumento dei ticket sanitari, delle autostrade e del prezzo della benzina. Quella stessa che chiede si abbia il coraggio di colpire le transazioni finanziarie e d’introdurre una seria patrimoniale per i più ricchi, di colpire gli evasori fiscali. Non sappiamo. Certo è che tutti questi sentimenti sono molto vicini all’ira.
Magari ha ragione Montanelli, quando affermava che gli italiani sono tolleranti verso il peccato ma non verso il vizio. Quello si paga. Puoi permetterti qualche privilegio, puoi anche peccare. Ma non abusare, non trasformare il privilegio in stile di vita, non “vivere altrove” quando i problemi quotidiani friggono le vite dei lavoratori e delle famiglie. Questo no. Questo provoca l’ira sociale. Non si capisce a quali esiti politici porterà questo repentino cambiamento d’opinione. Ci piacerebbe non si fermasse ad un emotivo applauso a scena aperta, a nuovi Savonarola, moralisti e falsamente bacchettoni, bravi a predicare ma incapaci di gestire la cosa pubblica. Dobbiamo sforzarci, come associazioni, partiti e sindacati, di star vicino a chi elabora proposte politiche in grado di trasformare l’ira cattiva in ira buona, in forte volontà politica di tagliare privilegi e contemporaneamente di offrire una possibilità a chi si dà da dare. L’Italia ha capacità residue straordinarie, le vediamo in tante piccole iniziative virtuose (e non viziose) che presto presenteremo. Riusciremo a valorizzarle? Verrebbe da dire “Forza, Italia” se qualcuno non avesse già abusato anche del linguaggio popolare.
In questo numero di Battaglie Sociali:
Donna rosa shoking, e le quote? - Stefania Romano
150 motivi per ripartire - Andrea Casavecchia
Europa unita contro la crisi - Luciano Pendoli
L'Italia, in Amazzonia - Giacomo Morandini
La città invisibile - Ettore Siverio
Scoprire nuovi mondi - Paolo Bonzio
Gulliver: Forza, Italia - autori vari
Mobilità sostenibile - Giacomo Mantelli
Cronaca di una biennale - Marco Stizioli
Lavoro scomposto - Valentina Rivetti
Photobook Pakistan - Vera Lomazzi
Angelo Maffeo Chiecca - Salvatore Del Vecchio
8 punti per i laici di oggi - don Mario Benedini