Atene, virus d'Europa. Il Fondo Monetario Internazionale dice che la Grecia deve accettare i sacrifici e i Paesi europei devono accettare una ristrutturazione del loro credito: anche la Germania deve fare qualche passo indietro e abbandonare la rigorosa austerity. Cerca di mediare il governatore della Banca europea, l’italiano Mario Draghi: si deve trovare un accordo. Insomma il rischio del Grexit (ovvero l’uscita della Grecia dalla moneta unica) rischia di diventare una realtà che aprirebbe la strada ad altre exit. Il rischio è che la finanza ribassista concentri poi le attenzioni su altre vittime, tra le prime è possibile immaginare la Spagna, il Portogallo e l’Italia. Il film sarebbe, poi, il solito: svalutazione della moneta (nel caso della Grecia la dracma), inflazione, crollo dei redditi, azzeramento del welfare, povertà, caos sociale, fallimento, immigrazione... D’altra parte affrontare l’economia globale con la dracma, sarebbe come pensare di attraversare il mare con un gommone. La questione greca non è solo greca. La questione dell’euro non è solo monetaria: in ballo c’è l’Europa e la salvezza degli europei.
Montichiari, pattumiera d'Europa. Questa non confortante dichiarazione è ripresa dai giornali locali perchè nelle viscere di questo bello e storico comune bresciano pare ci siano presenti ben 16 cimiteri di veleni che contengono qualcosa come 11 milioni di metri cubi di scarti. Si tratta del più alto rapporto continentale tra abitanti e rifiuti sotterrati: Montichiari deposito di immondizia. Ma pare non basti: incombe la discarica di amianto. Tanto per non farsi mancar nulla... Pare che Montichiari sia stata distrutta dalle orde di Alarico prima e di Attila poi. Questa volta, per distruggere il paese non occorre mobilitare le truppe: basta un’economia malata che farà morire il territorio prima e gli abitanti dopo. Quando il Papa dice che l’economia uccide forse non aveva in mente Montichiari, ma casi simili sì. L’ambiente e l’economia hanno legami assai stretti. Vedremo cosa ci dirà la nuova enciclica che uscirà proprio questa settimana. E intanto, che ne è della nostra Bassa? E di chi ci abita?
Roma, vescovi d'Europa. Si sono trovati in una cinquantina, provenienti soprattutto da Germania, Svizzera e Francia. Sono i vescovi favorevoli alla comunione ai divorziati e al riconoscimento dell’omosessualità. Insieme a teologi e altri esperti hanno riflettuto “sulla sessualità come linguaggio dell’amore e dono prezioso di Dio, in dialogo intenso tra la teologia morale tradizionale e i migliori contributi dell’antropologia contemporanea e delle scienze umane”. L’unico giornale che ha dato la notizia è stato Repubblica (che pare anche essere l’unico giornale letto dal Papa per informarsi sull’Italia). E` dunque evidente che al prossimo sinodo sulla famiglia ci sarà un confronto assai serrato. D’altra parte il tema della famiglia è troppo delicato per ridursi a un fatto privato: in realtà è un modello sociale, un’architrave pubblica. Dovremo capire come – tenendo fermi alcuni principi – riusciremo a dialogare con alcune realtà e a rigenerare un nuovo umanesimo.
Pairigi, redditi d'Europa. L’Ocse ha diffuso i dati sui redditi dei Paesi che fanno parte di questa prestigiosa organizzazione, che rappresenta il “salotto buono” del mondo (frequentato da 24 paesi europei su un totale di 34 membri). Ebbene, i dati dimostrano che i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri: si allarga la forbice. Per dire: secondo i dati 2012 il 40% delle famiglie “basse” possiede il 3% della ricchezza totale; il 10% delle famiglie “alte” controlla la metà della ricchezza totale... Addirittura l’1% più ricco dispone del 18% della ricchezza totale. I prossimi anni saranno anni in cui riscopriremo il tema delle diseguaglianze sociali. Il tema della famiglia ci si presenterà sotto forma di povertà: dovremo finalmente riconoscere uno speciale statuto fiscale a chi si occupa di accudire le generazioni che crescono o che stanno avviandosi al tramonto. Aiutare chi aiuta sarà la preoccupazione dei prossimi anni.