#EDITORIALE

 
#EDITORIAL
 
Work in progress. Un grande compito
di Pierangelo Milesi (presidente provinciale Acli)
 
Il fondatore e primo presidente delle acli Achille Grandi, uno dei più limpidi interpreti del cattolicesimo sociale, così delineava la mission della nostra associazione: “Non so se faremo un tentativo destinato a fallire o se faremo un esperimento di portata storica. abbiamo il merito di aver affrontato un grande compito”.
A distanza di oltre settant’anni, il lavoro, e ancora di più la sua mancanza, costituiscono il grande compito delle Acli. Al centro dell’attenzione collettiva del nostro paese, dalle preoccupazioni e sofferenze di tante persone e famiglie fino al dibattito sulle politiche nazionali e internazionali, il lavoro resta la vera questione sociale. tema che vogliamo affrontare a Brescia durante la Fest’Acli (Work in progress – Iseo, giugno 2017), ma anche al 50° incontro nazionale di studi (valore lavoro – Napoli, settembre 2017) e alla 48a Settimana Sociale dei cattolici italiani, (Il lavoro che vogliamo: “libero, creativo, partecipativo e solidale” – Cagliari, ottobre 2017). 
 
Se l’interesse mediatico si concentra in larga parte sull’andamento dei tassi di disoccupazione, con l’onnipresente interrogativo se sia o meno effetto del Jobs Act, sulle modifiche delle tutele normative, sulle crisi aziendali e i relativi esuberi, sugli ammortizzatori sociali per chi perde il lavoro, sul ruolo del sindacato, la dialettica al suo interno e con le controparti datoriali e governative, nostro compito è anche riaffermare e rideclinare il valore e il senso del lavoro nell’era 4.0.
Non è solo sinonimo di occupazione e, conseguentemente, di remunerazione. se lasciamo prevalere un approccio soprattutto economico al lavoro, dimentichiamo i mutamenti radicali che il mondo del lavoro sta attraversando e che lo allontanano dall’impianto logico e ideologico novecentesco, ancora ben presente nell’immaginario collettivo: il posto fisso, la focalizzazione sul lavoro dipendente, le relazioni industriali e la concertazione. Serve uno sforzo per mettere nuovamente a fuoco le coordinate del mondo del lavoro e capire come declinare al loro interno preoccupazioni antiche, ma non per questo obsolete: tutela dei diritti e della sicurezza di chi lavora, inclusione e protezione di chi un lavoro l’ha perso o non riesce a trovarlo, con un atteggiamento di rispetto per il dramma della disoccupazione che attraversa la vita di molte persone e la società nel suo insieme.
 
 
 
Lavori in corso
di Daniela Del Ciello
Il titolo che trovate in copertina è lo stesso scelto – non senza crucci – per la Fest’acli provinciale di quest’anno ed è in inglese. Significa “lavori in corso” e, nell’ottica poliedrica della festa così come del nostro giornale, si presta a una miriade di interpretazioni. E` il lavoro mai finito delle acli che ci auguriamo prosegua rinvigorito dopo l’estate; è il lavoro di questa italia che sta cercando di ripartire, seppur più lentamente degli altri; è il lavoro dei giovani che sta “in corso”, sulla strada, e non sui loro cv, che si allungano di esperienze formative (quando va bene) nell’attesa di una vera esperienza lavorativa; ed è il lavoro che deve arrivare, soprattutto.
Avremmo potuto usarlo in italiano, perchè no, ma pur non essendo fan (mannaggia, ci siamo cascati) dei forestierismi ad ogni costo, ci piaceva come suonava in inglese, per via di quella parola, progress, che in italiano emana un certo profumo di speranza. Di futuro sì, ma sostenibile. In quest’ottica la Fest’acli 2017 ha un sottotitolo anche, mutuato da papa Francesco: “per un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale”. Delle istruzioni chiare, ma non semplici.
Se il lavoro di oggi ci sembra lontano da queste parole, cosa ne sarà di quello di domani? Un lavoro che si prospetta senza luogo e senza tempo (avranno sempre meno senso gli orari e gli uffici, per esempio) e che qualcuno teme anche senza uomo, perchè sostituito dalle macchine. Ma le macchine sostituiranno davvero il lavoro dell’uomo o lo miglioreranno, semplificandolo? E poi che lavori, che professionalità, che competenze, quali prodotti serviranno in futuro?
Non di sola tecnologia è fatto il futuro. Il futuro sarò fatto di servizi (più ancora che di prodotti) e di un progressivo – e già in atto – ritorno alla terra. E l’economia? L’ambiente? Impareremo a gestire e valorizzare gli scarti della nostra produzione senza addebitarli sul conto di nipoti e bisnipoti? A una piccolissima parte di queste domande cerchiamo di rispondere su queste pagine, ad altre penseremo durante i molti incontri sul territorio provinciale dentro e fuori la Fest’Acli.
Molte altre ancora poi restano da porsi. D’altronde, i lavori sono sempre in corso.
In queste pagine trovate inoltre spunti sul sostegno per l’inclusione attiva, sulla legalità raccontata dalle biblioteche, sul testamento biologico, su Alitalia, sulla Francia, su don Milani e il suo I care (“mi interessa”, “me ne curo”, anche questa volta in inglese) che è nostro, ma è anche tuo, se stai leggendo queste pagine. Grazie.
 
 

In questo numero di Battaglie Sociali
:

Filo Rosso

Work in progress (a cura della redazione)
 
I segni dei tempi
Le sfide contro la povertà (di Arsenio Entrada)
Le uscite di emergenza sono qui? (di Maurilio Lovatti)

Fatti non foste
Narrare la giustizia (di Alberto Bettinazzi)
Femminile plurale (di Flavia Bolis)

Inside Out
di Andrea Franchini e Piero Ottaviani
Librarti
di Roberto Toninelli e Angelo Onger
Annales
di Salvatore Del Vecchio
Servizi e sportelli
a cura di Patronato, Caf e Sportelli lavoro
Presa in carico
di Luciano Pendoli
Andiamo a lavorar
di don Mario Benedini

e molto altro...

 

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