Documento delle Acli bresciane
per la Festa del Lavoro
La Repubblica tutela il lavoro
in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori.
(articolo 35, I° e II° comma,
Costituzione della Repubblica Italiana)
Dedichiamo la festa dei lavoratori di quest’anno
a tutti coloro che hanno perso la vita sul lavoro,
indicando la formazione come via
per un lavoro più sicuro e di miglior qualità
Stando ai numeri, nell’ultimo anno il binomio occupazione/disoccupazione ha delineato un risultato a segno positivo. Il primo anno di ripresa (stando al PIL) dell’economia italiana è corrisposto, in effetti, all’aumento degli occupati, fugando le paure di assistere ad una crescita economica senza contestuale aumento dei posti di lavoro. La crescita del numero degli occupati ci ha portati oltre la soglia psicologica dei 23 milioni di lavoratori e ha condotto anche a una riduzione di non poco conto della disoccupazione giovanile e femminile.
Non possiamo però non annotare che il 90% dei nuovi occupati degli ultimi mesi ha sottoscritto un contratto a termine, circostanza sicuramente migliore del non avere alcun contratto ma che, per rilevanza dei numeri e mancanza di certezze, pone rilevanti problemi.
A fronte di questa situazione con luci e ombre, forti della convinzione che occupazione e nuovi posti di lavoro non si generino per decreto, riteniamo - e lo chiediamo ai nostri nuovi rappresentanti eletti in Parlamento - che non sia necessario procedere con un’ulteriore ed ennesima riforma del mercato del lavoro. Non serve e anzi sarebbe dannoso fare tabula rasa dei precedenti provvedimenti. Crediamo però che si possa lavorare in ottica di miglioramento del contesto legislativo esistente, completando il quadro del mondo del lavoro italiano con l’attuazione, finalmente e concretamente, delle politiche attive del lavoro, in primis potenziando le misure relative alla formazione.
Questo anche per rispondere a un paradosso del mondo del lavoro italiano rappresentato dalla doppia difficoltà nel rapporto tra domanda e offerta di lavoro, che vede aziende che non riescono a reperire figure con i requisiti richiesti e persone in cerca di lavoro che non hanno le competenze ricercate dalle aziende. Tale “distanza” tra domanda e offerta di lavoro si può affrontare puntando, prioritariamente, sulla formazione, mirata ad attualizzare e “riformare” le competenze dei lavoratori.
La formazione inoltre non è solo quella professionalizzante, che conferisce competenze specifiche, ma è fondamentale anche sul versante della sicurezza. Sono ancora troppi infatti i lavoratori che perdono la vita sul posto di lavoro. Secondo i dati raccolti dall'Osservatorio indipendente di Bologna, i decessi registrati da inizio anno sono più numerosi rispetto a quelli avvenuti nello stesso periodo del 2017. Nei primi 100 giorni del 2018 sono state 176 le persone morte nei luoghi di lavoro in Italia, con un preoccupante incremento pari al 13,6%, (nel 2017 furono 154). Nel decennale dell'emanazione del fondamentale decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81, noto come «Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro» - che, coordinato con il decreto legislativo n. 106/2009, disciplina il settore - continuano ad essere tante, e sempre troppe, le morti sul lavoro che si registrano nel nostro Paese. Anche in questo caso crediamo non sia necessario mettere mano al quadro legislativo – che sul tema ci vede disporre di uno dei più avanzati ordinamenti del mondo occidentale – ma puntare su una continua, costante e qualitativa formazione che troppo spesso viene considerata un costo “rinunciabile”. Come affermato dall’arcivescovo di Crotone, monsignor Domenico Graziani, «bisogna portare avanti un'adeguata educazione non solo al lavoro, ma nel lavoro».