Acli, oltre le circoscrizioni con i consigli di quartiere

Mercoledì 3 luglio 2013

Da "Il Giornale di Brescia" di mercoledì 3 luglio 2013

Acli, oltre le circoscrizioni con i consigli di quartiere
Il dibattito a Fest’Acli sul decentramento amministrativo rispolvera la struttura degli anni Settanta, ma senza partiti

Come garantire la partecipazione democratica urbana in città nel post Circoscrizioni, dopo che sono state abolite dalla finanziaria 2010 nei Comuni sotto i 250 mila abitanti? E’ un interrogativo che le Acli bresciane hanno posto a chi ha un ruolo istituzionale, da amministratore o da consigliere comunale, nel dibattito organizzato alla Fest’Acli di San Polo sul tema della partecipazione. A rispondere alle domande del presidente provinciale delle Acli, Roberto Rossini, c’erano Dante Mantovani, presidente del Circolo Acli di San Polo e coordinatore dei circoli cittadini dell’associazione, il neo assessore alla Partecipazione, Marco Fenaroli e i consiglieri comunali Laura Gamba del Movimento 5 Stelle e Giorgio Maione del Pdl. Toccherà proprio ai nuovi amministratori e al Consiglio provinciale appena eletti - negli ultimi mesi della Giunta Paroli l’assise consiliare ha varato la revisione dello Statuto che accoglie il mandato del legislatore nazionale - sciogliere il nodo su quale modello partecipativo raccoglierà l’eredità delle Circoscrizioni. Fenaroli ribadisce la proposta formulata, anche in campagna elettorale, dal sindaco Emilio Del Bono, ovvero «consigli di quartiere eletti dai residenti. Resta da approfondire la riflessione su quali reti costruire e quali poteri debbano avere».
Per Fenaroli «devono includere anche mondi come quello del lavoro, dell’associazionismo, della scuola, dell’immigrazione» e soprattutto «essere centrati su temi e obiettivi». Gamba concorda sul modello «consigli di quartiere» che però «devono essere formati da cittadini che nulla hanno a che fare con i partiti. Noi saremmo addirittura per il sorteggio tra i cittadini che si rendono disponibili». Maione sottolinea che «qualunque modello andremo a delineare dovremmo tenere presente due pilastri, la coesione e l’inclusione sociale. Partecipazione è anche contribuire agli indirizzi decisionali della città». Le Acli hanno una loro proposta. «La dimensione dei nuovi organismi - spiega Mantovani - crediamo debba essere quella del quartiere. I rappresentanti dovranno essere eletti dalla cittadinanza. Le elezioni non dovranno svolgersi su liste di partito anche se i partiti, come qualunque altra realtà, saranno liberi di partecipare. E accanto a questa rappresentanza, bisognerà trovare un modo affinché l’universo delle associazioni trovi una sua collocazione».
Per Fenaroli, resta comunque una questione di fondo, ovvero la necessità di varare «un sistema di rappresentanza che consenta ai problemi che vivono le persone di emergere. E ci dovrà essere una maggiore partecipazione di questi nuovi organismi in tutti i progetti dei quartieri». Gamba aggiunge «che il consiglio di quartiere deve essere gli occhi e le orecchie dell’amministrazione. E nell’ottica di garantire maggiore trasparenza, dovrebbe avere la possibilità di interloquire su tutto». Maione conclude: «la formula del comitato o dei consigli di quartiere non mi vede contrario, ma esistono più schemi di partecipazione. Come, ad esempio, la co progettazione su questioni che vanno oltre il quartiere».

Paola Gregorio
 

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Da "Bresciaoggi" di mercoledì 3 luglio 2013

Circoscrizioni: nubi sul futuro rinascita incerta

IL DIBATTITO. Dopo l'aboluzione voluta dal ministro leghista Calderoli. Nel programma della sinistra c'erano i comitati ma l'iter per la costituzione non è ancora definito

AAA Circoscrizioni cercasi. Dall'ultima tornata elettorale i cittadini bresciani hanno perso un piccolo ma importante punto di riferimento, secondo quanto deciso dall'ex ministro (leghista) alla semplificazione, Roberto Calderoli, per ridurre i costi della macchina statale. Una scelta che la politica bresciana non ha mai digerito, invocando l'introduzione di nuove forme di partecipazione per la cittadinanza. Anche perché, come ha scritto l'ex presidente (leghista) della Sud, Giacomo Lini, «le associazioni sono nel panico e nessuno ha pensato a come sostituire le Circoscrizioni». DEL BONO durante la campagna elettorale ha ipotizzato la costituzione di Comitati di quartiere. Ma per ora, come conferma il neo assessore alle Politiche per la partecipazione, Marco Fenaroli, non c'è nulla di deciso. «Certo, dobbiamo muoverci in fretta e capire quale forma dare a questi comitati», spiega l'ex sindacalista, ricordando che tutte le pratiche e le richieste delle associazioni ora arrivano tutte negli uffici dell'assessorato. Ma non sarà un'operazione semplice: «Servirà confrontarsi con la città per organizzare strumenti che coinvolgano al massimo i cittadini, per evitare una partecipazione al voto troppo bassa», ricorda Fenaroli. E al centro della riflessione ci sarà anche la struttura da dare a queste Consulte: nelle idee dell'assessore c'è un organismo costituito da rappresentanti delle realtà associative e da eletti. Nessuna possibilità che i membri delle Consulte vengano nominati dalla Giunta: «Con la politica le Circoscrizioni sono morte, non c'erano più le spinte degli anni Settanta che generavano sbocchi concreti». Del futuro della democrazia partecipata si è parlato ieri sera in un dibattito organizzato nell'ambito della Fest'Acli di San Polo, a cui hanno preso parte l'assessore Fenaroli, i consiglieri comunali di minoranza Giorgio Maione (Pdl) e Laura Gamba (Movimento 5 stelle) e Dante Mantovani, coordinatore dei circoli Acli cittadini, moderati dal presidente provinciale delle Acli, Roberto Rossini. «Comitati e realtà organizzate non riescono a coinvolgere molto i cittadini, è un'emergenza nazionale», ha notato Mantovani, sostenendo che «le Circoscrizioni hanno fallito in tema di partecipazione». Bene le consulte di quartiere, ma secondo Fenaroli devono avere un obiettivo: «Nel 1975 si decise di non costruire il Palazzo di giustizia per destinare i fondi all'edilizia scolastica, poi i Consigli si sciolsero. Serve ripetere lo stesso modello, con una discussione che coinvolga tutte le forze sociali e tratti temi specifici come ambiente, immigrazione, scuola». «LE CIRCOSCRIZIONI sono state lottizzate dalle forze politiche», ha attaccato Gamba, che ha proposto un modello di selezione dei membri dei Consigli di quartiere diverso dalla «lista unica» proposta da Del Bono: «Si potrebbe procedere per sorteggio e utilizzando gli strumenti del Web. E mi piacerebbe che questi organismi non solo parlassero, ma avessero potere decisionale». Maione si è detto contrario al sistema del sorteggio, perché «è il voto che legittima i rappresentanti ad operare», rivendicando il ruolo dei partiti, «fondamentali e che non vanno messi in disparte». L'ex assessore pidiellino ha chiarito che «abolire le Circoscrizioni è stato un errore, così come ridurre il numero dei consiglieri comunali. Ora servono strumenti nuovi, sulla loro forma decideremo in Consiglio». L'importante è che i Consigli di quartiere non rimangano uno strumento vuoto. «Voglio un sistema di rappresentanza che porti i problemi ad emergere – ha sostenuto Fenaroli -. Il Comune deve coinvolgere queste realtà: quando ero consigliere di quartiere non abbiamo mai potuto partecipare al bilancio comunale. Il Consiglio deve essere l'interlocutore della Loggia». Gamba ha ribadito che «i Consigli devono mettere il becco in ogni decisione dell'amministrazione», mentre Maione ha rilanciato la coprogettazione «in campi come la cultura, il welfare, le politiche giovanili».


Manuel Venturi

 

 

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