Le Acli esprimono stupore e criticità per la decisione contenuta nel Dpcm del 24 ottobre, che impone insieme alla chiusura dei circoli ricreativi e culturali anche della eventuale relativa attività di mescita. Pur confermando la piena solidarietà al Governo per l'impegno profuso in questa situazione, rinnovando lo spirito di coesione di cui il Paese ha estremo bisogno, riteniamo che la suddetta misura costituisca un duro colpo, non solo economico, per la sussistenza dei circoli Acli. In talune realtà infatti, il circolo costituisce un riferimento sociale di grande rilevanza, che assicura alla comunità un luogo di promozione sociale e di tessitura dei legami che vanno oltre il pur necessario e doveroso distanziamento sociale. I circoli Acli si sono impegnati nei mesi scorsi ad attrezzare e riorganizzare le loro sedi per accogliere le persone in sicurezza e nel rispetto rigoroso delle normative. Ora si trovano a dover rinunciare anche ad un servizio, quale la mescita, che si configura come tipologia di attività equiparabile a qualsiasi bar. I Circoli Acli potrebbero non riuscire a sostenere le conseguenze di questa ulteriore pesante restrizione. Per questo chiediamo un intervento del Governo mirato a salvaguardare lavoratori e luoghi che rappresentano la base della capacità di sostenere le molteplici attività di volontariato e di educazione sociale rivolte alla comunità.