Da "Il Giornale di Brescia" di venerdì 5 luglio 2013
Del Bono: al lavoro per capire tutte le esigenze dei bresciani
Il sindaco interviene all’incontro organizzato dalle Acli provinciali dedicato al primo rapporto sul Benessere equo sostenibile a Brescia
Il Pil è un indicatore che non è più sufficiente per fotografare una società. Da qualche tempo, ed in maniera sempre più stringente dal palesarsi dell’ultima crisi economica, analisti e politici si interrogano sugli indici di benessere dei cittadini. Alla festa delle Acli di San Polo ieri sera si è discusso del primo rapporto Urbes di Brescia, ovvero il primo esito di uno studio promosso da Cnel, Istat e Ufficio statistico del Comune (inserito in un progetto più ampio che coinvolge altre 14 città italiane) che analizza il Benessere equo e sostenibile (Bes) della nostra città. Uno studio complesso ma che - come hanno spiegato, Lia Coniglio dell’Istat e Maurizio Drezzadore del Cnel (introdotti dal vicepresidente delle Acli Luciano Pendoli) -, prende le mosse dall’esigenza di rivedere in termini qualitativi e non più solo quantitativi la vita degli italiani. «Si tratta di analisi - ha detto la responsabile dell’Istat Lombardia - che non mirano semplicemente a raccontare lo status quo, ma si pongono come obiettivo anche quello di immaginare le esigenze future di una comunità». Il rapporto sul Bes nasce inizialmente come strumento di incontro tra tecnici e politici per capire meglio la società italiana. La sua declinazione in chiave bresciana, come ha spiegato Marco Trentini, dell’ufficio Statistica del Comune, è passato dai 129 indicatori nazionali ai 25 bresciani, ma tenendo conto anche delle specificità di Brescia. «Sono sostanzialmente tre gli obiettivi di questo rapporto: capire come migliorare il Paese, definire gli obiettivi esatti su cui intervenire e valutare le azioni delle politiche pubbliche». Quest’ultimo aspetto ovviamente a patto che lo studio sia diacronico. È toccato al sindaco Emilio Del Bono fare la sintesi politica del rapporto su Brescia: «Un rapporto utile, ma questi parametri non bastano - ha dichiarato, quasi sollecitando Trentini ad un lavoro di analisi ulteriore nel futuro prossimo - servono ulteriori parametri». La problematicità dell’idea di benessere dei bresciani si interseca anche con quella che Del Bono, lascia intendere essere la grande aspettativa dei suoi concittadini all’indomani della sua elezione in Loggia. Certo, però, il rapporto fornisce spunti da cui potrebbero prendere le mosse le azioni della Loggia. Innanzitutto «il rapporto tra ricchezza e benessere - ha detto il sindaco - che in città per anni è stato rapporto virtuoso, ma che ha prodotto anche malessere», ovvero le tante fabbriche che hanno segnato l’ambiente cittadino. E Del Bono si è chiesto: «La nostra comunità è matura per vivere uno sviluppo davvero sostenibile?»; allo stesso tempo parlare di sviluppo equo «significa anche porsi la questione dell’equità all’interno di una comunità». Del Bono non si nasconde: «Oltre le mie sensazioni sto ancora interpretando cosa c’è davvero dentro la città e come si percepiscono i bresciani». Di sicuro, il primo cittadino, punta sui temi ambientali, come strumento per il miglioramento del benessere: «Rafforzamento dell’utilizzo dei mezzi pubblici, nonostante a Brescia vi siano 81 automobili su 100 abitanti». Ma si parla anche di inclusione sociale e della presenza dei neocittadini, un dato che non deve essere frutto di divisione, ma di ricchezza culturale. E ancora, prendendo spunto dal dato secondo cui i brevetti bresciani sono sotto la media lombarda, Del Bono auspica un rapporto più stretto tra università e imprese, Insomma un quadro complesso che il nuovo sindaco vuole affrontare numeri alla mano «per proporre politiche in modo competente e argomentato».
Carlo Muzzi