Del cosa e del perché

Martedì 7 aprile 2020

In questi giorni c’è tempo per leggere, riflettere e pensare a due dimensioni in particolare: il perché e il cosa fare. L’emergenza Covid19 riempie l’informazione e pervade intimamente le nostre vite. Ognuno di noi conosce persone colpite dal virus. Paura, pietà e speranza sono tra i sentimenti dominanti. Sono venuti alla luce i tanti limiti del nostro sistema, incapace di vederci in relazione dialogante e cooperante con l’altro, di coglierci come interdipendenti.Forse “si è rotto” il proprio ombelico.

 

Passato questo tragico momento bisognerà ricostruire un mondo nuovo, ma per farlo bisogna già ora cominciare a pensare al come, ma prima occorre chiedersi il perché. Il tempo non manca. Ho constatato che i poveri e coloro che si trovano in situazioni difficili compaiono in molte riflessioni e preoccupazioni.

 

Riflettiamo sui termini che utilizziamo per definire questo virus - una guerra - con tanto di eroi al fronte che ci difendono. Ma la guerra, o “una terza guerra combattuta a pezzi con crimini, massacri e distruzioni”, come dice Papa Francesco, l’abbiamo vista solo in televisione e ce ne siamo preoccupati fino a un certo punto. Oggi sperimentiamo solo alcune delle privazioni che molti altri subiscono da ormai troppo tempo.

 

La stessa crisi del 2008 ha avuto come protagonisti i poveri o, almeno coloro che avevano il legittimo desiderio di diventare proprietari di una casa. Stritolati dalla speculazione, i loro mutui sono stati trasformati in titoli spazzatura e immessi nel mercato. Anche le migrazioni sofferenti di intere popolazioni sono lì a ricordarci che devi avere cura di ogni tuo fratello. Siamo interdipendenti in ogni dove, dall’ambiente all’economia, alla salute.

 

Oggi chi maggiormente subisce le privazioni, sono ancora i poveri che non hanno le risorse per rifornirsi nei supermercati, oppure non possono garantire ai figli di continuare la scuola perché non possono permettersi computer e internet. Ci accorgiamo perfino di quanto sono importanti i tantissimi extracomunitari che lavorano nei nostri campi; quei famosi posti di lavoro rubati agli italiani. Insomma le disuguaglianze si accentuano, anche nello spazio dove con-vivere perché non tutti sono nelle stesse condizioni; come i carcerati.

 

Emerge in questo tempo il trionfo del quotidiano, nelle persone e nei lavori: oggi il commesso del supermercato è una risorsa importantissima. Le piccole cose, i piccoli gesti di ogni giorno diventano sempre più importanti. Ecco alcuni aspetti sul perché. Ma poi viene il tempo del cosa fare e, sarà il momento più delicato. Sarà il tempo delle opportunità se avremo imparato le lezioni che la storia con sempre più frequenza ci pone davanti. Noi ne siamo responsabili, a partire dalla nostra quotidianità.

 

 

Luciano Pendoli
Segretario provinciale Fap-Acli (Federazione Anziani e Pensionati Acli)

 

 

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