Dalla Voce del Popolo del 4 luglio 2013
Riflessioni - Empasse dell’Unione Europea
Serve una svolta politica comune
Mentre gli Usa appaiono in ripresa, l’area euro appare sempre piu` in crisi, travolta dall’eccessivo debito pubblico dei suoi Stati e messa in ginocchio dall’incapacita` di elaborare una politica di ripresa vincente. La crisi ha urlato che il re e` nudo, palesando l’insufficienza dell’apparato amministrativo, l’incapacita` delle istituzioni e degli Stati membri di affrontare unitariamente i problemi, la dannosita` della cosiddetta “Europa a piu` velocita`”, rendendo chiara e urgente la necessita` di una svolta comune che sia anche e soprattutto politica. Un esempio dell’empasse e` fornito dalla vicenda del bilancio europeo. Lo scorso 8 febbraio il Consiglio europeo ha trovato un’intesa sul bilancio pluriennale 2014/2020, sposando la politica di austerity. Il Parlamento europeo, il cui consenso e` obbligatorio, per la prima volta nella storia europea, l’ha bocciato: ha ritenuto il bilancio frutto di una politica non idonea a garantire e supportare la ripresa economica, l’occupazione e la flessibilita` necessaria ad affrontare la crisi. L’assemblea ha cosi` bloccato l’attivita` dell’Ue. Ne e` seguita una lunga trattativa tra Consiglio, Parlamento e Commissione, sfociata nei giorni scorsi in una proposta idonea a garantire gli investimenti necessari per la crescita e l’occupazione. L’accordo, tuttavia, e` stato immediatamente smentito o bocciato dal Regno Unito, per il tramite del premier Cameron, che ha dichiarato: “A febbraio abbiamo fatto un accordo storico per tagliare il bilancio Ue. Sono lieto che i parlamentari europei finalmente si siano dichiarati d’accordo. Bisogna attenersi a quell’accordo”. Tale messaggio blocca qualsiasi possibilita` di manovra: senza compromesso sul budget saltano tutte le risorse che l’Europa ha a disposizione per rilanciare crescita e lavoro. La delicata opera di negoziazione deve quindi riprendere con celerita` per consentire l’impiego dei fondi europei e l’attivita` stessa dell’Unione. La vicenda, nella sua gravita`, evidenzia lacune dell’apparato europeo e la necessita` urgente e pressante di conferire all’Unione gli strumenti necessari per gestire la crisi. Tale obiettivo richiede di riprendere il progetto iniziale pensato dai padri fondatori. Essi intendevano portare a compimento un processo di integrazione tra Stati che portasse non solo a un’unione economica, effettivamente realizzato con la creazione dell’unione doganale e del mercato comune, ma anche un’unita` politica, ritenuta elemento interdipendente ed essenziale della prima. Nel corso degli anni tale obiettivo e` stato accantonato, ritenuto non essenziale. Il percorso, tuttavia, deve essere ripreso con celerita`. Urge la necessita` di concordare la cessione di sovranita` sufficiente per consentire la costruzione di un’entita` europea che, con una sola testa, fornisca risposte pronte, efficaci ed efficienti senza scontrarsi con i veti nazionali, che oggi, spesso, ne impediscono l’azione.
Pieranna Buizza