di Stefania Romano
tratto da "La voce del Popolo" di giovedì 29 luglio 2021
Sapere e conoscenza sono indispensabili per avere, da cittadini, gli strumenti intellettuali e culturali necessari a decidere sui temi generali che occupano e condizionano le nostre vite. Se la democrazia è partecipazione consapevole, la conoscenza ne è cardine fondamentale.
Sapere e conoscenza sono fondamentali per lavorare e crescere di più e meglio. Senza studio non ci sono né lavoro, né reddito migliori. E’ quindi urgente incrementare la percentuale di laureati e favorire la loro occupabilità in tempi brevi (i giovani che, a distanza di tre anni dalla fine degli studi, hanno trovato lavoro sono meno del 60%).
Sapere e conoscenza sono essenziali per sviluppare il futuro della nostra digital-green economy. L’intelligenza artificiale è patrimonio di persone che siano in grado di progettare e governare produzione e servizi. Perciò è necessario incentivare le discipline STEM (acronimo di Science, Technology, Engineering, Mathematics), a livello sia universitario, sia rispetto alla formazione professionale per i lavoratori già inseriti sul mercato.
Anche per il Recovery Fund italiano la principale sfida è investire sulla formazione delle persone, leva indispensabile della competitività del Paese. La digitalizzazione e la sostenibilità, su cui poggia anche il nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza, definiscono un percorso obbligato.
Tra le varie misure previste dal Recovery Fund, vi è infatti un significativo rafforzamento dell’istruzione professionalizzante. Per favorire l’occupabilità dei giovani, si prevede anche il potenziamento del sistema duale, in modo da aumentare le sinergie tra i sistemi d’istruzione e formazione con il mercato del lavoro. L'intenzione è quella di promuovere modalità di apprendimento on the job, costruendo percorsi formativi che rispondano ai fabbisogni professionali delle imprese e riducano il mismatch tra le competenze richieste nel mercato del lavoro e quelle in uscita dai percorsi di istruzione e formazione.
Questo specifico tema è affrontato anche dal volume «La fabbrica delle competenze e della dignità. Idee e progetti per il Pnrr: il Next Generation Italia», scritto da Luigi Campagna, Marino Lizza, Luciano Pero e Roberto Rossini con la prefazione di Tommaso Nannicini. “Lo tsunami della pandemia ha aggravato una deriva in corso da tempo sul mercato del lavoro italiano e nel sistema produttivo nazionale. – spiegano gli autori - Gli effetti avranno impatto sulle fasce più deboli della società: lavoratori, precari, piccoli imprenditori, autonomi, disoccupati. La scoperta del proprio talento rappresenta il fondamento del cammino virtuoso, che prosegue nei percorsi professionalizzanti che miscelano formazione e lavoro, alimentato infine nei continui processi di apprendimento formale e non formale nelle aziende, ambiti ove costruire e manutenere, e non solo fruire, le competenze critiche. Solo l’investimento sulle nuove competenze tecnico-professionali rappresenterà il fattore decisivo per innalzare il tasso di occupabilità individuale, solido argine a sostegno di una dignità sociale oggi in pericoloso appannamento”.
E’ quindi necessario promuovere in modo consapevole le attività di orientamento, iscrivendo a pieno titolo le imprese come partner del mondo della formazione e della scuola per la costruzione delle figure professionali del futuro, in particolare potenziando gli strumenti dell’alternanza scuola-lavoro e dell’apprendistato.
Dunque, “futuro della formazione legato a doppio filo al futuro del lavoro: imprenditori, classe dirigente, insegnanti, decisori pubblici, studenti e lavoratori, tutti sono chiamati a disegnare e a incarnare un nuovo quadro di riferimento rispondente al futuro che si prospetta e che già cominciamo a intravvedere”, sostiene Pietro Guindani, presidente di Vodafone e vicepresidente di Assolombarda con la delega su “università, innovazione e capitale umano”.
Certo è che servono scelte serie, responsabili, lungimiranti. E’ una sfida di buona politica e di impresa illuminata che riguarda il governo e le forze politiche, ma anche gli attori sociali, le persone del mondo della cultura e tutti i cittadini che hanno a cuore lo sviluppo del Paese.