Da "Il giornale di Brescia" di martedì 13 novembre 2012.
Rossini: «Una città che è alla ricerca di una prospettiva»
L’analisi del presidente provinciale delle Acli e di Marco Menni di Confcooperative
«La prima sensazione, leggendo dal vostro sondaggio l’immagine che la città offre di se stessa, è che manca il respiro. Non solo il respiro fisico, limitato dall’inquinamento e dal cattivo stato di salute dell’ambiente, ma anche il respiro di una prospettiva. Quando oltre la metà degli intervistati dice che la città sta muovendosi nella direzione sbagliata il segnale che arriva è proprio quello della perdita di una identità e di una vocazione». Roberto Rossini - presidente provinciale delle Acli - guarda al sondaggio Ipsos / Giornale di Brescia «con interesse e attenzione». E ne trae principalmente tre riflessioni. La prima. «In un tempo di antipolitica e di giudizi largamente negativi verso la classe di chi governa o amministra, i politici bresciani vengono invece riconosciuti complessivamente come portatori di credibilità e coerenza. Un dato non scontato e positivo». La seconda. «Se proviamo a leggere la preoccupazione dei bresciani in tema di inquinamento e a tradurla in qualcosa di propositivo, ci accorgiamo che sul tema ambientale si apre una strada per A2A, che potrebbe proprio da questo fronte tornare ad essere pienamente riconosciuta dai bresciani come azienda della città». La terza. «E` preoccupante l’appannamento di alcuni tratti identitari fondanti della nostra città. E cioè l’economia e il lavoro, l’efficienza dei servizi e l’alto livello dei servizi sociali». Su quest’ultimo fronte, in particolare, il presidente delle Acli riconosce che «oggi siamo certamente di fronte a problemi più complessi, e le difficoltà si registrano nonostante lo sforzo che in questo ambito l’amministrazione pubblica ha compiuto. Probabilmente la città è chiamata, tutta assieme, a rimodulare l’approccio ai servizi sociali».
«La prima cosa che colpisce del sondaggio di Ipsos pubblicato dal Giornale di Brescia - afferma dal canto suo Marco Menni, che è presidente di Confcooperative - è quanto pesi in termini di paura e preoccupazione la perdita della certezza del lavoro. Brescia e i bresciani sono da sempre cresciuti pensando che bastava rimboccarsi le maniche per farcela, e invece in questi anni la pesantezza e le caratteristiche di questa crisi hanno fatto sì che questa sicurezza sia saltata». Un momento di crisi, quindi. Che investe in pieno anche la nostra città. E che però può anche rappresentare l’occasione per riflettere, un momento nel quale ritrovarsi e definire l’ordine delle priorità. «I bresciani che temono il peggioramento della qualità della vita della loro città hanno ora l’occasione per interrogarsi su quale qualità della vita vogliano. Quali relazioni intendano costruire, quali patti sociali vogliano mettere alla base della comunità». Quale la possibile risposta? «Valorizzare i momenti di aggregazione - risponde Menni - quale è ad esempio la cooperazione». Dall’indagine Ipsos emerge il tasso di attenzione che i bresciani dedicano alla politica, dichiarando una volontà di astensione dal voto più bassa che altrove. «Un elemento senza dubbio positivo - sottolinea Menni -. La politica è stata e rimane uno degli ambiti fondamentali della vita di una società. Troppo spesso si è pensato che la politica è affar loro, che non ci riguarda, che è qualcosa da delegare. Invece anche una realtà come quella associativa e cooperativa insegna che l’impegno e la assunzione di responsabilità sono fondamenti del vivere assieme. Così, allo stesso modo, anche la politica richiede che una critica non possa venire se non dopo un momento di impegno e di re- sponsabilità».
Massimo Lanzini