Oltre Babele: nuove sfide per la democrazia

Oltre Babele: nuove sfide per la democrazia



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#EDITORIALE

#EDITORIAL

il dialogo, oltre Babele
di Pierangelo Milesi 
(presidente provinciale ACLI)

Nell’Anno della Misericordia abbiamo camminato sulle orme di Papa Francesco, che ha tracciato il percorso con parole e gesti carichi di profezia e testimonianza evangelica. L’incontro della Misericordia continua nell’incontro con l’altro, anche quando è molto altro da noi e richiede capacità di dialogo, il dono della Pentecoste. Per andare oltre Babele.

Al Convegno di Firenze, nell’esortarci a metterci in gioco per un Paese migliore, Francesco ci ha invitati a immergerci “nell’ampio dialogo sociale e politico”. Con questo spirito abbiamo vissuto la campagna referendaria. Il referendum del 4 dicembre ha registrato un’altissima affluenza al voto, testimonianza che l’Italia è una democrazia solida, un Paese appassionato, capace di partecipazione attiva. La notevole affermazione del No lascia invariata la Costituzione. Rimangono il Cnel, la legislazione concorrente e il bicameralismo paritario. Eppure l’Italia - e noi lo avevamo auspicato - necessita di riforme. Il popolo si è espresso, pur con una pluralità di significati, evidenziando, con un voto in parte espressione della rabbia di giovani e meno abbienti, il distacco da una politica rissosa e autoreferenziale, lontana dalla realtà. Ora tocca alle forze politiche recuperare lo spirito del dialogo, riscoprendo una tradita passione e stagione riformista. Negli oltre 40 incontri di confronto in vista del referendum abbiamo osservato fermenti vivi e vitali, cittadini con la voglia di partecipare e comprendere, oltre la Babele dei social e della piazza mediatica. Anche per loro occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco per recuperare credibilità.
La crisi della democrazia, i mutamenti geopolitici, la complessa dinamica demografica globale, le imponenti migrazioni, il proliferare delle guerre e dei conflitti, i cambiamenti climatici ed energetici, le innovazioni tecnologiche, la questione antropologica, il turbocapitalismo che deliberatamente divora il welfare e le interazioni tra tutti questi fenomeni sono le sfide che caratterizzano il cambio d’epoca che stiamo vivendo. Responsabile è la finanza internazionale con le sue speculazioni. Ma non si riescono a immaginare soluzioni alternative al paradigma della supremazia dei mercati finanziari sulle economie reali. Esistono tuttavia già nelle “periferie” gli anticorpi che sono in grado di generare un vero cambiamento e di creare una nuova economia. La felicità infatti non dipende dalla quantità di beni consumati quanto piuttosto dalla nostra generatività, dalla qualità delle relazioni, dalla dignità e creatività del lavoro, dalla bellezza dell’ambiente in cui viviamo e dalla salute. Per noi cristiani anche dall’incontro con Gesù.
Il capitalismo ci ha resi viziati e compulsivi come consumatori, ma sempre più fragili e a rischio come lavoratori, più poveri nella qualità della vita e in balia dei qualunquismi come cittadini. Gli ingredienti di un futuro economico migliore però già esistono: indicatori di benessere eco ed equosostenibile, finanza e banche etiche, commercio solidale, imprese sociali e cooperative vecchie e nuove, benefit corporation, green economy e share economy, decent work, economia circolare, lotta allo spreco, gratuità e dono che diventano sempre più elementi centrali e fondamentali.
Vanno accompagnati da una battaglia culturale per sconfiggere rancore e passioni tristi ispirate da insicurezza e povertà. Per una rinnovata cittadinanza attiva in grado di sconfiggere le demagogie e di costruire nuove prospettive geopolitiche, fondate sulla nonviolenza, su una nuova dignità del lavoro, su un nuovo umanesimo. La sfida è già iniziata: dall’accoglienza alla cura della casa comune, ad esempio.

“La democrazia – diceva Tina Anselmi – è un bene delicato, fragile, deperibile, una pianta che attecchisce solo in certi terreni, precedentemente concimati, attraverso la responsabilità di tutto un popolo. Dovremmo riflettere sul fatto che la democrazia non è solo libere elezioni, non è solo progresso economico. E` giustizia, è rispetto della dignità umana, dei diritti delle donne. E` tranquillità per i vecchi e speranza per i figli. E` pace.”
Questo è anche l’augurio migliore per un Natale di Pace. Di dialogo. Oltre Babele.
 
 
 
 
Dove eravamo rimasti
di Daniela Del Ciello
 
Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati a giugno. Il nostro numero dedicato alla FestAcli si concludeva con un articolo di don Mario Benedini intitolato Non facciamo una Babele e oggi ripartiamo da lì, dalla Babele: un esempio distorto di pluralità, traviato dalla volontà dai singoli di imporsi, e che ha portato quella torre - che abbiamo messo anche in copertina in una sua rappresentazione artistica (by Pieter Bruegel) - ad essere nell’immaginario collettivo esempio di confusione e dispersione per antonomasia.
Noi abbiamo scelto quell'immagine per rappresentare la democrazia occidentale di oggi: tanta confusione ideologica, tanta confusione valoriale, tanta confusione tra ciò che è vero e ciò che non lo è, una pluralità che spesso non porta ricchezza ma disordine, dispersione di energie, particolarismi e a volte personalismi.
Ebbene sì, anche tra gli “operai del pensiero” questa volta c'era un po' di pessimismo: abbiamo guardato l'Italia, gli USA, il Regno Unito e la nostra Europa e ci siamo un po' amareggiati. Dopo il primo sconforto però abbiamo scelto di vedere anche un barlume di speranza da coltivare: i semi di una partecipazione rinvigorita dal referendum costituzionale e in generale il tanto lavoro da fare, per contribuire come Acli a ricostruire il tessuto sociale, a includere gli esclusi che, in quanto tali, diventano “mine vaganti” per la nostra democrazia.
Di questo parliamo in particolare i questo numero: delle sfide che spettano alla nostra democrazia per andare “oltre Babele”. Ma parliamo anche di previdenza, cercando di illustrare il meccanismo della famigerata Ape; di austerità economica in finto conflitto con una auspicata flessibilità; del panorama culturale a Brescia e della sensibilità ambientale della nostra provincia. Più in là con le pagine trovate anche l’illustrazione di una innovativa opportunità di solidarietà promossa da A2A, insieme alla Fondazione Cariplo e al Terzo Settore (le Acli ovviamente sono in prima fila). Si tratta del Banco dell’Energia, andate a vedere... e donate!
 
 
La redazione intende salutare Adalberto Migliorati, che lascia la direzione del nostro giornale, augurandoci che resti un affezionato lettore e, perchè no, anche un saltuario collaboratore. Diamo il benvenuto quindi al nostro nuovo direttore Angelo Onger che già – per anzianità di servizio – rivestiva il ruolo di “mentore” della nostra redazione. Grazie a entrambi per l’esperienza che ci avete donato e ci donerete.
 
 
  
 
In questo numero di Battaglie Sociali:

Filo Rosso
Oltre Babele (di Arsenio Entrada, Pierluigi Labolani, Dante Mantovani e Stefania Romano)

I segni dei tempi
Come cambiano le pensioni (di Sandro Pasotti e Giuseppe Foresti)
Austerità vs flessibilità (di Carmine Trecroci)
Salute dell'ambiente (di Giacomo Mantelli)
 
Fatti non foste...
Il diritto all'oblio (di Daniela Del Ciello)
 

e molto altro... 

 

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