Il merito è dare opportunità a chi non ne ha
di Pierangelo Milesi (presidente provinciale Acli)
Il centenario della nascita di don Lorenzo Milani è certamente occasione propizia per ritornare su una figura che ha lasciato un segno profondo non solo in quanti lo hanno conosciuto personalmente, ma anche nei molti che lo hanno incontrato attraverso la lettura dei suoi testi. Ricordare il Priore di Barbiana costituisce per le Acli anche l’opportunità di una riflessione culturale profonda, civile ed ecclesiale, che ci aiuta a reinterpretare i segni dei tempi in particolare sulla questione educativa e sul ruolo della scuola nella società.
La scuola è un luogo fondamentale per eliminare le disparità e per dare a tutti opportunità di crescere, come ha richiamato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando, proprio a Barbiana, lo scorso 27 maggio: «La scuola è di tutti. La scuola deve essere per tutti. Spiegava don Milani, avendo davanti a sé figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica: “Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose”. Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà».
L’impronta di don Milani che più di tutte mi piace riconoscere anche sulla pelle delle Acli attraverso la testimonianza di tante e tanti aclisti, consiste nella particolare attenzione verso i più poveri nella società. Nella sua straordinaria azione di educatore don Milani pensava alla scuola come luogo di promozione e non di selezione sociale e, in definitiva, la scuola era per lui la prima leva per contrastare le povertà. Anche oggi, di fronte al fenomeno della “povertà educativa”, la scuola deve avere come sua prima finalità e orizzonte l’eliminazione di ogni discrimine.
Il Presidente Mattarella lo ha detto con la consueta chiarezza nel discorso di Barbiana: «Il merito non è l’amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito. Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perché è giusto e per non far perdere all’Italia talenti preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito».
La lezione di don Milani ci invita ancora oggi all’esercizio di una responsabilità attiva. Il suo “I care” è divenuto un motto universale. Il motto di chi rifiuta l’egoismo e l’indifferenza. Ecco ribadito il senso fortissimo della politica, che prende abbrivio nella scuola come luogo di liberazione, di formazione della coscienza critica, ma per sentirsi, allo stesso tempo, titolari di diritti e responsabili della comunità in cui si vive: “Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia”.
Il cuore della pedagogia politica di don Milani è il richiamo alla solidarietà, che implica prendere coscienza di una condizione o di un problema, elaborare proposte, organizzare il consenso per raggiungere, con l’impegno personale e collettivo, l’obiettivo di “uscirne insieme”.
Ecco, tutto qua, il merito. Che per le Acli è anche una vocazione.
In questo numero di Battaglie Sociali
Filo Rosso
Don Milani, una lettura non convenzionale (di Maurilio Lovatti)
Meritocrazia, tra ideale e realtà (di Stefano Dioni)
Che merito ne avrete? Scuola e valutazione (di Sarah Albertini)
I segni dei tempi
Lavoro, le grandi dimissioni all'italiana (di Fabrizio Molteni)
Fatti non foste
Rossini. La politica della porta aperta. (di Antonio Molinari)
Librarti
di Antonella Olivari
Inside
di Roberto Toninelli
Caf Academy per lavorare nel settore fiscale
di Michele Dell'Aglio
Sportello Lavoro
di Roberto Toninelli
Come diventare socio della Fap
di Stefano Dioni
Tutta questione di bontà
di mons. Alfredo Scaratti
e molto altro...