In piazza per la pace e contro terrorismo e guerra

Domenica 19 novembre 2023

Anche le Acli bresciane, insieme a numerose altre realtà, saranno in piazza domenica 19 novembre alle ore 16 (Piazza Vittoria a Brescia) per dire no alla barbarie del terrorismo e delle guerra e sì alla pace e alla sicurezza per la Palestina e Israele
L'iniziativa è promossa dal Coordinamento provinciale degli Enti Locali per la pace e per la cooperazione internazionale.


Ciò che sta avvenendo in medioriente ci riempie di tristezza, indignazione e preoccupazione.

Il drammatico evolversi della situazione a Gaza, in particolare, ci impone di mobilitarci per far sentire la nostra ferma contrarietà alla logica della guerra, che è la sconfitta dell’umanità, la negazione della politica e della giustizia. È passato più di un mese da quel tragico 7 ottobre in cui Hamas ha attaccato la popolazione civile israeliana facendo strage di innocenti, uccidendo e rapendo militari e civili (tra cui donne, bambini e anziani) in un’azione terroristica e di guerra in spregio al diritto internazionale umanitario.

Non vi è giustificazione alcuna per l’operato di Hamas, neppure la disperazione e l’esasperazione del popolo palestinese – vittima da decenni dell’occupazione, della restrizione delle libertà, della demolizione delle case, dell’espropriazione dei terreni e delle continue provocazioni delle frange radicali israeliane e dei coloni – può trovare una risposta nell’azione terroristica e militare.

Ai fatti del 7 ottobre è seguita, e si sta inasprendo di giorno in giorno, la reazione militare israeliana voluta dal governo di Benjamin Netanyahu, che a sua volta non trova alcun limite nel diritto internazionale e non si pre- occupa se, per sradicare un’organizzazione terroristica, venga rasa al suolo un’intera città, Gaza (già assediata da diciassette anni), vengano uccisi migliaia di civili inermi (di cui circa la metà minorenni), si bombardino ospedali, scuole, università, luoghi di culto, si imponga un trasferimento forzato di quasi due milioni di persone dal proprio luogo di residenza. Tutto questo deve finire.

Siamo di fronte ad un crescendo di orrore che non fa altro che riprodursi ed estendersi, mettendo in pericolo la vita di milioni di persone in Palestina e Israele. La spirale della vendetta rischia di generare un’escalation di violenza che mette a repentaglio la sicurezza di tutta la regione mediorientale e di conseguenza del mondo intero. Dobbiamo smetterla con la macabra contabilità contrapposta dei caduti, che non fa altro che alimentare il conflitto. Dobbiamo assumere, invece, il punto di vista di tutte le vittime, sforzarci di sentire il dolore di chi subisce le conseguenze della scelta scellerata della violenza e ripartire da quella sofferenza per ritrovare le ragioni della pace.


Per questo chiediamo a tutta la cittadinanza bresciana di unirsi e far sentire la propria voce:

  • contro il terrorismo e contro la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali;
  • contro le violazioni del diritto internazionale, a partire da quello umanitario, da qualunque parte esse vengano perpetrate;
  • contro il trasferimento forzato della popolazione civile palestinese;
  • contro ogni dispiegamento, o anche solo minaccia verbale di un possibile utilizzo, di armamenti atomici, chimici o “non convenzionali”;
  • per un cessate il fuoco che – come chiesto da innumerevoli e autorevoli voci della comunità internazionale, dalle Agenzie delle Nazioni Unite al Papa, dall’Unione Europea alle Organizzazioni non governative – faciliti e consenta la liberazione dei rapiti, lo scambio dei prigionieri di guerra, l’arrivo degli aiuti umanitari, la cura dei feriti e la messa in sicurezza della popolazione civile;
  • per l’avvio di un tavolo internazionale di trattativa per la fine delle ostilità e la ripresa del processo di pace, che non può che passare per una soluzione definitiva della questione palestinese, attraverso il rispetto delle convenzioni internazionali e il pieno riconoscimento dell’autodeterminazione del popolo palestinese (di Gaza e Cisgiordania);
  • per il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del Governo e del Parlamento Italiano, per uscire dall’ambiguità e dall’ipocrisia di chi a parole propugna la soluzione “due popoli, due Stati”, ma poi non agisce coerentemente con quell’obiettivo;
  • per la sicurezza di Israele e della sua popolazione, contro ogni forma di antisemitismo che mette a rischio l’incolumità di cittadini ebrei in ogni parte del mondo e che questo conflitto non fa altro che alimentare e acuire;
  • contro ogni atteggiamento ostile o discriminatorio verso i palestinesi, e più in generale contro le espressioni di islamofobia.
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