Da "Il giornale di Brescia" di domenica 28 aprile 2013
A Ginevra in bici per la pace. Svastiche sull’auto del «don»
La scoperta all’oratorio di S. Maria in Silva in partenza per il giro promosso dalle Acli
Il primo insegnamento sulla pace e sul dialogo, la ventina di studenti partiti ieri mattina poco dopo le 8 alla volta di Ginevra per il viaggio in bicicletta organizzato dall' Acli «Per... corri la pace» l'ha avuto proprio all'oratorio di Santa Maria in Silva, punto di partenza: tutti hanno visto le svastiche nere che qualcuno nella notte tra venerdi` e sabato ha disegnato sulla vecchia Punto bianca del parroco, don Fabio Corazzina, da anni impegnato nel sociale, sostenitore del dialogo interculturale.
«Sapevano che era la mia» ha detto sicuro. E non è la prima volta che succedono cose del genere: «La Digos ormai mi conosce bene» ha scherzato ironico il sacerdote, senza mai perdere il sorriso. Ma la preoccupazione è grande, più per il segnale che questo atto rappresenta che per il danno in sè: «Che la nostra città stia covando dentro ancora così tanta rabbia, così tanto desiderio di rivalsa mi fa molta paura. Non si parla, si vuole aver ragione a tutti i costi, ci si scaglia contro gli altri» ha detto don Fabio, prima di partire alla volta di Ginevra. «Ne parleremo con i ragazzi» ha assicurato.
Un altro spunto che si aggiungerà alla riflessione sui «temi dei diritti umani, della giustizia e della pace» ha detto Andrea Franchini dell'Acli di Brescia, uno dei coordinatori del gruppo che farà due tappe principali: «All’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati - ha ricordato Franchini - incontreremo alcuni funzionari che lavorano nei campi profughi; ci racconteranno la situazione di rifugiati e richiedenti asilo. E al Cern, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, sul tema scienza e pace incontreremo un ricercatore».
Una pedalata di 250 chilometri circa (il resto lo si percorrerà in pullman) che farà capire agli studenti su due ruote che «si può percorrere questo mondo in modo più lento, meno invasivo, con la capacità di cogliere alcuni particolari che normalmente non si vedono» ha detto don Fabio Corazzina.
Insieme a lui, tra gli altri, Alessandro Morgano, quasi 18 anni, spinto a partecipare dalla sua «passione per la bicicletta e per l'esperienza interessante di visitare Cern e Unhcr».
E ad Antonio Allegri, 18 anni, che pensa che potrà affrontare lungo il viaggio «temi molto importanti, da trattare sin da giovani».
Elisa Bonomelli