Acli bresciane, 80 anni di storie di lavoro
Quest’anno, unitamente agli 80 anni della Resistenza e della fine della dittatura nazi-fascista, festeggiamo gli 80 anni delle Acli bresciane: “Una storia di lavoratrici e lavoratori”.
Lo storico Eric J.E. Hobsbawm, nel celebre volume Il secolo breve, ha definito il secondo dopoguerra italiano una nuova ”età dell’oro”, mettendo in evidenza che si trattò di anni di “straordinaria crescita economica e trasformazione sociale”.
Uno “straordinario successo” che fu reso possibile dalle lavoratrici e dai lavoratori, che contribuirono, in maniera fattiva e determinante, proprio a quello sviluppo eccezionale, che ebbe profonde ripercussioni non solo sull’economia e sulla società italiana, ma anche sulla politica del “vecchio continente”, dal momento che portò a fare dell’Italia uno dei Paesi che più contribuirono al processo di creazione della Comunità economica europea e di integrazione fra gli Stati, valore oggi da preservare e rilanciare. Un punto di riferimento a livello mondiale, anche per le innovative soluzioni tecnologiche e per la qualità del lavoro, tanto che le madri ed i padri costituenti riconobbero – anzi, anticiparono – il valore del lavoro e dell’impegno di lavoratrici e lavoratori, fondando la Repubblica sul lavoro.
Parafrasando il messaggio della Cei per la festa dei lavoratori, il lavoro fu veramente “un’alleanza sociale generatrice di speranza”. Come dicono i vescovi, citando l’enciclica Laborem exercens, “il lavoro umano è una chiave, e probabilmente la chiave essenziale, di tutta la questione sociale”.
Partendo da queste basi ed in quest’ottica è necessario affrontare quello che si erge, tra i tanti, come il problema del mondo del lavoro, quello che è e resta un grande tema irrisolto: se, secondo l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, negli anni del boom il fenomeno degli incidenti mortali sui luoghi di lavoro aveva un’incidenza altissima - con una media annua di 4600 morti sul lavoro - oggi, dopo più di cinquant’anni, non siamo da meno, con una media di 3 morti sul lavoro al giorno!
A fronte di un impianto normativo tra i più avanzati al mondo, è necessario darne attuazione: i bilanci dell’Inail non devono chiudere con avanzi milionari ma, quelle risorse, devono essere investite per fare informazione e formazione sulla sicurezza sul lavoro; servono maggiori e più stringenti controlli; va messa in campo una rinnovata “alleanza sociale” tra imprenditori – che non devono considerare la sicurezza sul lavoro un costo od un ostacolo – e lavoratori – che devono attenersi alle normative e non considerarle inutili orpelli.
Consapevoli che ogni morte sul lavoro è una di troppo e che “non ci sarà piena giustizia senza sicurezza sul lavoro”, auguriamo a tutti una Buona Festa del Lavoro!