Il documento della direzione nazionale del 5 dicembre "Autonomia, pluralismo e riformismo per una nuova stagione di partecipazione civica".
In questo difficile frangente della vita sociale e politica del nostro Paese le Acli credono sia necessario un impegno straordinario di tutte le organizzazioni della società civile per avviare percorsi di nuova partecipazione e di diffuso impegno, volti a ridare dignità alla politica ed insieme speranza ai tanti cittadini colpiti dalle conseguenze della crisi e dall'ansia per il proprio futuro.
Per questo motivo, forti della loro storia e del diffuso impegno volontario, le Acli riaffermano con orgoglio e determinazione la propria autonomia, che si fonda sulla capacità di avere un ampio e plurale dibattito interno, di fare proposte puntuali e condivise, di attuare concretamente azioni sociali coerenti con i propri valori senza aderire a partiti politici e liste elettorali. L'autonomia, per le Acli, non è equidistanza né, tanto meno, comodo e tattico disimpegno.
L'autonoma scelta associativa non pregiudica, infatti, di compiere scelte di campo e di affermare che per la prossima legislatura è opportuna e necessaria una salda e ampia maggioranza di centro-sinistra, comprendente le forze della sinistra, insieme con le culture politiche del cattolicesimo democratico e popolare e quelle liberali riformiste non lasciatesi coinvolgere dai populismi berlusconiani.
Anche oggi, dopo l'Incontro di studi di Orvieto, dopo gli incontri promossi con le altre associazioni cattoliche del mondo del lavoro – dalla Cisl a Confcooperative - a Todi e dopo la manifestazione "Verso la terza repubblica", le Acli manifestano la necessità che si giunga ad un'ampia convergenza di forze politiche e di nuove energie della società civile per garantire che, nella continuità al percorso di ricostruzione del Paese intrapreso dal governo Monti, si costruisca una agenda sociale, in grado di assicurare equità, solidarietà verso i più deboli e un forte impegno per la pace e disarmo che sono mancate in questi mesi.
Verso questi obiettivi l'associazione sostiene e accompagna ogni sforzo volto ad assicurare forme di nuova o rinnovata partecipazione civica e democratica, fermo restando che ogni impegno specifico a livello politico rimane nelle responsabilità dei singoli associati e dirigenti che ritengono giusto impegnarsi in tal modo al servizio del bene comune, nei limiti indicati dallo Statuto delle Acli.
Le Acli confermano la loro scelta riformista, convinte che solo attraverso un'alleanza sociale dei soggetti del mondo del lavoro e un articolato e serio disegno di riforme sarà possibile dare continuità alle conquiste sociali ottenute a caro prezzo dai lavoratori nei decenni passati ed insieme garantire quanti oggi sono senza sufficienti tutele. Sono pronte, inoltre, a mettersi in gioco per definire un nuovo ruolo per il Terzo Settore come costruttore di nuova cittadinanza in ambiti cruciali come il welfare, la formazione professionale e l'inserimento lavorativo, l'integrazione dei migranti.
Le Acli invitano, quindi, tutti i loro associati e quanti guardano ad esse con stima ad impegnarsi per favorire la massima partecipazione dei cittadini al dibattito politico, per riprendere protagonismo civico e respingere, insieme, le tentazioni astensioniste e le derive populiste che rischiano di mantenere il Paese ostaggio di una drammatica quanto infinita transizione politica.