Da "Bresciaoggi" di martedì 3 settembre 2013
Acli sempre più senza confini Percorso di pace a Sarajevo
L'INIZIATIVA. Dopo Assisi e Ginevra, quest'anno si punta verso la ex Jugoslavia per il terzo, storico appuntamento
Si rilancia il legame di Brescia con le realtà balcaniche Rossini: «Alla luce dei fatti siriani l'impegno è ancor più doveroso»
Terza edizione per il progetto «Per?corri la pace» promosso dalle Acli Provinciali di Brescia, in collaborazione con Pax Christi e la Consulta per la collaborazione e la pace. Se nelle prime due edizioni la destinazione era stata Assisi e Ginevra, i 60 corridori e gli 8 podisti partecipanti all'iniziativa quest'anno percorreranno 630 chilometri per arrivare a Sarajevo, a vent'anni dalla fine dell'ultimo conflitto bellico in territorio europeo. La partenza è prevista per le 8 di dopodomani in piazza Loggia. Il sindaco Emilio Del Bono insieme a membri della giunta, percorrerà alcune centinaia di metri insieme alla carovana, a testimonianza del forte valore civico della manifestazione, confermato dal patrocinio del Ministero degli Affari Esteri. «LA DIFFUSIONE della cultura della pace è più che mai importante in questi giorni, alla luce degli avvenimenti che stanno sconvolgendo la Siria» afferma il Presidente del Patronato Roberto Rossini. Il tema di quest'anno, ruotando come nelle passate edizioni attorno al perno della pace, corre lungo due tematiche: la convivialità delle differenze e la conciliazione dopo il conflitto. «La via per la convivenza non sta nello scontro, non nella guerra, ma nella cultura del dialogo e dell'incontro, come sostenuto da Papa Francesco durante l'Angelus di lunedì» aggiunge don Fabio Corazzina, parroco di Santa Maria in Silva e guida spirituale del progetto. «Il legame della nostra terra con la realtà balcanica è molto forte. In passato la comunità bresciana si è adoperata molto per portare aiuti concreti e questo è costato anche del sangue, come dimostra la morte di Gabriele Moreno Locatelli, assassinato da un cecchino il 4 ottobre del '93». IL PROGETTO si compone di 5 tappe in altrettanti giorni e avverrà in concomitanza con l'invito alla preghiera e al digiuno che il Santo Padre ha rivolto ai fedeli per vicinanza alla popolazione siriana. A differenze delle passate edizioni, le due separate carovane di ciclisti e di runners s'incontreranno a fine delle diverse giornate per creare un solo grande gruppo. Tranne che per la prima sera infatti, dove gli amanti delle due ruote soggiorneranno a Marghera ed i podisti nella famosa Villa Giusti di Padova, dove venne firmato l'armistizio che pose fine al primo conflitto mondiale, tutti i partecipanti, provenienti da diverse zone della provincia di Brescia, visiteranno Cervignano del Friuli, Mostar e i luoghi teatro del terribile conflitto. GLI SPOSTAMENTI avranno una media di 150 km per le due ruote e 80 per i corridori. A Sarajevo i partecipanti e i 10 accompagnatori saranno accolti dal vescovo ausiliare Pero Sudar, che insieme al Prof. Ibrahim Spahic, membro del Consiglio Interetnico ed Interreligioso, illustrerà i problemi che ancora affliggono la sua diocesi, a quasi vent'anni dalla fine delle cosiddette «Guerre jugoslave». Il ritorno è previsto in pullman per il 9 settembre e «lo stile sarà sobrio». «Saremo ospiti di parrocchie, centri giovanili e ci sarà da sudare per percorrere i 630 chilometri sui 1200 complessivi, che ci separano dalla Bosnia Erzegovina» come ha spiegato infine Andrea Franchini, organizzatore del progetto.
Stefano Martinelli