Al voto per una nuova Lombardia

Martedì 19 febbraio 2013

Documento delle Acli provinciali di Brescia sulle elezioni regionali 2013

Il 24 e 25 febbraio saremo chiamati alle urne in un momento storico particolarmente critico per la vita del nostro Paese e per la nostra Regione. Il momento è grave, la situazione sociale, lavorativa e politica è diversa rispetto a solo pochi anni fa, diversa rispetto a quando abbiamo celebrato i precedenti momenti elettivi. Quello che vediamo è una crisi che non è semplicemente politica, economica o finanziaria, ma culturale, sociale, relazionale. Benedetto XVI l’ha giustamente definita antropologica.
Ed il primo gesto responsabile che dobbiamo compiere è quello di renderci conto del carattere di questa crisi se vogliamo cercare insieme alla politica, agli organi vivi della società civile e alle comunità dove viviamo le risposte complesse a bisogni complessi.
 
Le Acli hanno sempre ricoperto un ruolo significativo nella storia della nostra comunità, locale o nazionale. Riteniamo che il nostro primo impegno sia quello di onorare il momento democratico andando e invitando i cittadini tutti, a votare: senza voto muore la vita democratica.
Le Acli ritengono indispensabile dare una risposta alle profonde difficoltà attuali attraverso la riscoperta da parte dei cittadini del valore della partecipazione alla vita civile e politica.
Le Acli non hanno una concezione individualistica né della società, né della politica. C’è da compiere una mediazione culturale perché si è ridotto il livello di cultura politica. Crediamo che la democrazia si fondi sull’esistenza di solidi, sani e trasparenti partiti politici che si sforzano di creare un reale ricambio della classe dirigente attraverso congressi democratici e una qualificata e costante formazione.
 
Esprimiamo una valutazione critica sull’operato della Giunta Formigoni-Lega Nord che, nonostante un ampio consenso acquisito nel precedente momento elettorale, non ha saputo realizzare i programmi promessi ed inoltre ha dovuto chiudere anticipatamente il mandato sommersa dagli scandali che ne hanno minato la credibilità politica e morale.

 
Il Welfare
 
Le Acli ribadiscono che senza lavoro, tutela dei diritti, diffusione delle responsabilità e coesione sociale, non si potrà parlare di sviluppo. Dobbiamo necessariamente guardare al futuro con speranza cristiana. Guardiamo al futuro consapevoli di poter partecipare alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo.
Vediamo che gli effetti della crisi stanno mettendo a dura prova i sistemi di protezione sociale, ma siamo altresì convinti che le politiche sociali non sono un costo per la società, bensì un investimento capace di promuovere un welfare inclusivo ed equo. Sappiamo che il nostro attuale sistema di welfare è inadeguato e obsoleto e per questo, vogliamo riformarlo in profondità dagli sprechi e dalle distorsioni, ma non derogando dai criteri di equità e giustizia sociale. E’ pertanto necessario un ripensamento al welfare di impostazione lombarda caratterizzato dall’eccessiva enfasi al libero mercato anche per i servizi alla persona, a partire da una revisione complessiva del modello dei voucher.
Diventa indispensabile una programmazione partecipata con i soggetti della società civile per una migliore ed adeguata comprensione dei bisogni territoriali. In particolare vogliamo mettere al centro delle politiche sociali le persone e le famiglie e, per questo, riteniamo indispensabile un progetto condiviso e compartecipato di segretariato sociale.
Va posta attenzione al fenomeno immigrazione che rappresenterà il metro di valutazione per il concetto di inclusione sociale.
La complessità sociale ed il venir meno delle risorse finanziarie, soprattutto in ambito sociale, richiede l’integrazione tra politiche sociali, socio-sanitarie e sanitarie, dentro un progetto di programmazione partecipata delle politiche alla persona.
 
 
Il lavoro
 
La crisi occupazionale che investe inevitabilmente anche la ricca Lombardia richiede un supplemento progettuale per rispondere alle domande che molti cittadini-lavoratori chiedono, in particolare giovani e donne che rischiano, restando per lungo tempo ai margini del mondo del lavoro, di cadere nella povertà con gravi rischi di coesione sociale, crescita e sviluppo integrale della persona e della società.
Troppe le donne che ancora restano escluse dal mercato del lavoro, anche nella nostra regione. Bisogna avere il coraggio di riformare un modello lavorativo e sociale che implicitamente richiede alla donna di non partecipare alla vita economica del Paese. Perpetuare questo modello significa privarsi di talenti e risorse, minando non solo la democrazia ma anche l’efficacia del sistema paese.
Complessivamente, dobbiamo richiedere la riforma delle strutture per l’incontro della domanda e offerta, attraverso una diversa funzione, più promozionale, di accompagnamento e di risposte personalizzate. Il progetto compartecipato e realizzato collaborando con il Terzo Settore, con le associazioni imprenditoriali, con le parti sociali ed i centri di formazione professionale.
Alla Regione Lombardia chiediamo di rimettere mano alla legislazione della Formazione Professionale, liberandola da sprechi e centri non qualificati, ma soprattutto, in cooperazione con i soggetti prima citati, renderla sempre più adeguata a garantire politiche sociali attive, ancor più in fasi di crisi, promuovendo in particolar modo la formazione permanente: unica struttura atta a garantire al lavoratore moderne ed adeguate politiche attive del lavoro rispettose della dignità di tutti i lavoratori.
 
 
L’economia e l’ambiente
 
Sul tema più generale dell’economia, della ricerca di nuovi modelli da proporre chiediamo concreta attenzione e capacità di sperimentare e valorizzare la partecipazione a nuovi stili di vita come sviluppando e favorendo una diversa idea di economia, che rispetti l’uomo, l’ambiente, la cultura. Un’economia solidale, nella quale si riduca la distanza fra chi produce e chi consuma, promuovendo rapporti di cooperazione, collaborazione e mutualismo. Un’economia di relazione, nella quale il prezzo venga deciso equamente, riconoscendo il giusto valore al lavoro. Un’economia che, nello scambio di beni e servizi, si fa rete di relazioni e va la di là del solo dare ed avere, costituendo una Rete di Economia Solidale (RES) che si radica in un territorio e si fa Distretto (DES).
Concretamente chiediamo l’impegno a promuovere e sviluppare l’economia solidale ed i prodotti agroalimentari a chilometro zero,da filiera corta e di qualità, ed a istituire il Tavolo regionale dell’economia solidale con la partecipazione dei soggetti che la promuovono.
Guardiamo con favore allo sviluppo di strumenti finanziari regionali etici a tutela dell’agricoltura familiare, del lavoro per i giovani e dei servizi sociali essenziali ed alla realizzazione di fondi di solidarietà a supporto di nuove relazioni mutualistiche. Tali strumenti finanziari regionali sono necessari per sostenere i sistemi economici locali e, in particolare, le imprese sociali che possono essere occasione di lavoro per i giovani nei campi delle energie rinnovabili, della mobilità, della logistica e del turismo sostenibili, dell’agricoltura ecologica.
Per quanto riguarda il tema energia e ambiente va ripreso lo spirito del referendum sui beni comuni, praticando la cogestione dei beni pubblici e costituendo organismi rappresentativi degli stakeholder. Inoltre va incentivata la raccolta differenziata, attraverso un meccanismo premiante per gli enti locali che meglio promuovono tale pratica.
 
 
Edilizia
 
La casa, oltre ad essere un diritto fondamentale delle persone che rischia di non essere più esigibile (per gli alti costi, nonostante l’enorme quantità di offerta anche abbondantemente non utilizzata), può costituire un argomento fondamentale per la ripresa economica di un settore in crisi ed un contributo per il rispetto dell’ambiente. Una politica complessiva sulla casa, che parta dalla necessità di una riqualificazione delle abitazioni per metterle a norma per garantire a chi vi abita una sicurezza da un punto di vista sismico e un risparmio dal punto di vista energetico, a partire dagli edifici pubblici che abbiano la sensibilità e l’accortezza di essere costruiti/adeguati a misura di bambino e/o di handicap eliminando altresì le barriere architettoniche. Una politica sulla casa che rispetti una nuova politica di governo del territorio, introducendovi adeguate misure di contrasto al consumo di suolo e delle compensazioni ambientali, per puntare ad una più esplicita politica di miglioramento dell'ecosistema.
 

Sanità

Il capitolo Sanità rappresenta per la Regione Lombardia la fetta più consistente del bilancio ed è auspicabile che la destinazione dei fondi sia contraddistinta da trasparenza, efficienza ed efficacia a vantaggio dei cittadini-utenti.
Rileviamo come negli anni sia stata promossa la sanità privata. Si tratta di un fatto positivo, nella logica della sussidiarietà e nella promozione dei soggetti attivi e propulsivi della società civile, se accompagnato da un costante ed efficace controllo pubblico. Proprio a questo fine va conservato un rapporto di equilibrio tra sanità pubblica e privata, puntando soprattutto a valorizzare le eccellenze, come è il caso del nostro Ospedale Civile.
Inoltre desideriamo una maggior attenzione alla territorialità del sistema sanitario, includendo in esso l’estensione dei servizi e degli orari, ad opera di quei soggetti riconosciuti dal sistema sanitario. Soggetti capaci di dare risposte ai diversi bisogni (dalle semplici prenotazioni alle visite mediche), ognuno per le proprie professionalità e competenze. Territorialità ed estensione dei servizi (tra cui la medicina di base e le farmacie) crediamo possano dare risposte quotidiane ai crescenti bisogni di salute che riguardano i cittadini.

La famiglia

Le Acli bresciane sollecitano la politica a rimettere al centro la dignità integrale delle persone e delle famiglie, per uno armonico sviluppo comunitario e sociale. Auspicano che l’attenzione alla famiglia si traduca in politiche familiari che sappiano supportare il suo ruolo educativo e formativo, soprattutto in un momento di crisi come quello attuale.
Alla politica chiediamo l’impegno ad un comportamento moralmente corretto, garanzia di trasparenza ed onesta nella gestione della cosa pubblica.
Abbiamo bisogno di più politica perché abbiamo la fondata speranza che attraverso la politica si possa invertire un ciclo negativo. Noi sappiamo che la dimensione politica possiede un suo particolare valore simbolico: qualora la politica si riscattasse e desse seri segnali di ripresa, di volontà, di capacità di guardare al futuro, allora questo sarebbe positivamente contagioso anche per le altre dimensioni.
 
La classe politica che ha governato la Regione Lombardia negli ultimi anni si è dimostrata incapace di scelte lungimiranti e capaci di rilanciare un territorio le cui eccellenze non sono certo merito di chi l’ha amministrata. Per questo le Acli invitano i cittadini a votare alle elezioni regionali contribuendo ad un necessario rinnovo capace di portare quei cambiamenti sempre più urgenti in Lombardia.

 

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