Anche a Brescia presentato il REIS

Lunedì 22 giugno 2015

E' stato presentato anche a Brescia (presso la Sala Giudici di Palazzo Loggia) nella giornata di lunedì 22 giugno, la proposta del REIS, il Reddito d'Inclusione Sociale. La misura è stata lanciata a livello nazionale dall'Alleanza contro la Povertà, gruppo di associazioni e realtà che anche a livello bresciano si è impegnato a far conoscere e promuovere la proposta del REIS.

L'incontro, dopo il saluto della Consigliera Comunale Mafalda Gritti, è stato introdotto dal Presidente delle Acli bresciane Roberto Rossini. La presentazione del REIS è stata affidata a Elisa Agolini (ricercatrice Iref) e al professor Egidio Riva (ricercatore dell'Università Cattolica). Sono poi intervenuti la portavoce del Forum del Terzo Settore Margherita Rocco, la presidente di Federsolidarietà Valeria Negrini e Marco Danesi della Caritas diocesana. 
 

All’inizio del 2014 è nata l’Alleanza contro la Povertà in Italia, un insieme di soggetti sociali che decidono di unirsi per contribuire alla costruzione di adeguate politiche pubbliche contro la povertà assoluta nel nostro Paese.
 
Nel perseguire questo obiettivo, l’Alleanza ha condotto un insieme di varie attività, tra loro collegate:
a)    ha svolto un lavoro di sensibilizzazione dell’opinione pubblica,
b)    ha promosso un dibattito basato sull’evidenza empirica concernente gli interventi esistenti e quelli proposti,
c)     si è confrontata con le forze politiche e continua ad esercitare pressione su
d)    di esse affinché compiano scelte favorevoli alla lotta contro la povertà,
e)    ha elaborato una propria dettagliata proposta di riforma.
 
Una simile Alleanza non era mai stata costruita in Italia.
 
Sono soggetti fondatori dell’Alleanza: Acli, Action Aid, Anci, Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, Cgil-Cisl-Uil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Confcooperative, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli Consiglio Nazionale Italiano - ONLUS, Fio.PSD, Fondazione Banco Alimentare ONLUS, Forum Nazionale del Terzo Settore, Jesuit Social Network, Legautonomie, Save the Children, Umanità Nuova-Movimento dei Focolari.
 
Sono soggetti aderenti dell’Alleanza: Adiconsum, Arci, Associazione Professione in Famiglia, ATD Quarto Mondo, Banco Farmaceutico, Cilap EAPN Italia, CSVnet - Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, Federazione SCS, Fondazione Banco delle Opere di Carità Onlus, Fondazione ÉBBENE, Piccola Opera della Divina Provvidenza del Don Orione, U.N.I.T.A.L.S.I. - Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali.
L’Alleanza contro la Povertà in Italia nasce da un’idea del Prof. Cristiano Gori, dell’Università Cattolica di Milano, è promossa dalle Acli e realizzata grazie al contributo delle Segreterie Confederali di Cgil, Cisl e Uil e delle altre Associazioni aderenti.
Alle Acli è affidato il coordinamento politico-organizzativo dell’Alleanza ed il Prof. Gori coordina le attività del gruppo tecnico.
La partecipazione all’Alleanza è aperta a tutti i soggetti sociali interessati alla lotta contro la povertà assoluta in Italia.
 
Il REIS assicura a chiunque sia caduto in povertà un insieme di risorse adeguate a raggiungere una condizione materiale decente e a progettare percorsi d’inserimento sociale o lavorativo. La sua introduzione permetterebbe di dare al nostro Paese quella politica contro la povertà sinora mancante. Di seguito vengono sintetizzati i tratti principali che il REIS assumerà una volta entrato a regime, cioè a partire dal quarto ed ultimo anno del Piano nazionale contro la povertà.
 
  • Il REIS si rivolge a tutte le famiglie in povertà assoluta. È destinato ai cittadini, di qualsiasi nazionalità, in possesso di un valido titolo di legittimazione alla presenza sul territorio italiano e ivi presenti in forma regolare da almeno 12 mesi. Il principio guida è l’universalismo: una misura per tutte le famiglie in povertà.
  • Ogni nucleo riceve mensilmente una somma pari alla differenza tra la soglia di povertà e il proprio reddito. Il principio guida è l’adeguatezza: nessuno è più privo delle risorse necessarie a raggiungere un livello di vita “minimamente accettabile”.
  • Insieme al contributo monetario i beneficiari del REIS possono ricevere servizi sociali, socio-sanitari, socio-educativi o educativi. S’intende così fornire nuove competenze agli utenti e/o aiutarli ad organizzare diversamente la propria esistenza. Il principio guida risiede nell’inserimento sociale: dare alle persone l’opportunità di costruire percorsi che permettano di uscire dalla condizione di marginalità.
  • Il REIS viene gestito a livello locale grazie ad un impegno condiviso, innanzitutto, da Comuni e Terzo Settore. I Comuni - in forma associata nell’Ambito - hanno la responsabilità della regia complessiva e il Terzo Settore co-progetta insieme a loro, esprimendo le proprie competenze in tutte le fasi dell’intervento. Il principio guida consiste nella partnership: solo un’alleanza tra attori pubblici e privati a livello locale permette di affrontare con successo il nodo povertà.
  • Tutti i membri della famiglia tra 18 e 65 anni ritenuti abili al lavoro devono attivarsi nella ricerca di un impiego, dare disponibilità a iniziare un’occupazione offerta dai Centri per l’impiego e a frequentare attività di formazione o riqualificazione professionale. Il principio guida consiste nell’inserimento occupazionale: chi può, rafforza le proprie competenze professionali e deve compiere ogni sforzo per trovare un’attività lavorativa.
  • Il REIS costituisce un livello essenziale delle prestazioni, il primo tra gli interventi di politiche sociali a diventarlo. Viene così introdotto un diritto che assicura una tutela a chiunque cada in povertà assoluta. Il principio guida è quello di cittadinanza, secondo il quale viene garantito a tutti il diritto di essere protetti contro il rischio di povertà.
 
Sino a qui è stato illustrato il profilo del Reddito d’Inclusione Sociale a regime, cioè una volta concluso il Piano che porterà alla sua introduzione. Il REIS viene, infatti, avviato gradualmente lungo un cammino articolato in quattro annualità. L’utenza viene ampliata annualmente e così il quarto - e ultimo - anno della transizione corrisponde al primo a regime, cioè quello a partire dal quale il REIS è rivolto a tutte le famiglie in povertà assoluta. Nell’ipotesi che l’introduzione cominci nel 2016 la misura diventerà pienamente operativa nel 2019.
La spesa pubblica dedicata ammonta, a regime, a 7,1 miliardi di Euro (cfr. cap. 9). In ogni anno della transizione, le risorse stanziate sono superiori rispetto al precedente: i percorsi che si possono seguire nell’incrementarle progressivamente sono vari (cfr. par. 10.4).
 
Consolidamento organizzativo. Solo un approccio graduale consente di consolidare la misura assicurando adeguati tempi di apprendimento e di adattamento organizzativo a tutti soggetti chiamati ad erogarla nel territorio (Comuni, Terzo Settore, Centri per l’Impiego e così via). Trattandosi di un’innovazione ambiziosa, che spinge il sistema di welfare ad un robusto cambiamento sul piano organizzativo, procedere per gradi e fornire allo stesso tempo tutti gli strumenti necessari al territorio - attraverso l’infrastruttura nazionale per il welfare locale (cfr. cap. 5) - paiono condizioni non rinunciabili per il suo successo.
Sostenibilità economica. Avanzare gradualmente consente di diluire l’indispensabile incremento di risorse nel tempo, rendendolo meglio sostenibile dalla finanza pubblica. Il quarto - e ultimo - anno della transizione corrisponde al primo a regime, cioè quello a partire dal quale il REIS: a) è rivolto a tutte le famiglie in povertà assoluta e b) viene erogato nella sua versione completa (componente servizi + 100% del contributo economico).
Le strade che si possono imboccare nei primi tre anni sono numerose. Ma con alcuni punti fermi. Sin dall’avviamento del percorso il legislatore deve prendere precisi impegni riguardanti il punto di arrivo e le tappe intermedie. Ciò significa, in concreto, indicare che il quarto anno corrisponde al primo del REIS a regime e specificare l’ampliamento dell’utenza previsto in ognuna delle annualità precedenti; affinché ciò risulti possibile bisogna prevedere il relativo finanziamento pluriennale, con il conseguente impegno di risorse. Una volta definitivamente instaurato, il REIS è segnato da una precisa impronta universalistica poiché è destinato a tutte le famiglie in povertà assoluta, senza alcuna specificazione categoriale. La transizione segue lo stesso criterio universalista: l’ordine di entrata nella misura viene definito esclusivamente in base al grado di povertà, senza altre differenziazioni di alcun tipo. Detto altrimenti, si comincia da coloro i quali versano in condizioni economiche maggiormente critiche, i più poveri tra i poveri (“dare prima a chi sta peggio”), e progressivamente si copre anche chi sta “un po’ meno peggio”, sino a rivolgersi - a partire dal quarto anno - a tutti i nuclei in povertà assoluta. Il percorso di accesso, presa in carico e perseguimento degli obiettivi d’inserimento sociale e/o lavorativo dev’essere messo in campo – sin dal primo anno - per ogni utente. Si tratta, detto altrimenti, dell’insieme degli elementi che compongono la parte del Reddito d’Inclusione Sociale legata ai servizi alla persona.
 
 
 
X

Cosa stai cercando?