L’Italia è donna, si dice, alludendo al fatto che, nell’iconografia ufficiale, la Repubblica Italiana è rappresentata da una statuaria figura femminile col capo cinto dalla corona turrita.
La ricorrenza del 150° dell’Unità d’Italia potrebbe essere l’occasione per ripensare al ruolo ed alla presenza delle donne nel percorso storico che ha portato alla unificazione, sia per porre rimedio ad una gigantesca omissione, sia per favorire una riflessione di genere sul carattere della società di oggi.
Sono poche le indagini che hanno tentato di individuare, all’interno di uno spazio come il Risorgimento, connotato fortemente dall’immaginario maschile, la presenza femminile che pure ha contribuito, in modo non indifferente, ad indicare, sostenere e realizzare il progetto indipendentista ed unitario italiano.
Il senso comune dei patrioti e la storiografia ufficiale, impregnati di pregiudizi, hanno spesso marginalizzato ed oscurato il contributo politico e culturale delle donne. Va sottolineata, invece, la straordinaria libertà con la quale le donne italiane, appassionate interpreti del processo di indipendenza, pagarono in tutti i modi per l’idea di un’Italia libera e unita.
Persero i beni, la libertà, i figli o la loro stessa vita, alcune ferite sul campo di guerra. Usarono la parola e l’azione. Organizzarono ospedali e curarono i feriti, crearono esperienze più libere ed umane di carcere per le donne, si inventarono scuole di mutuo insegnamento e esperienze socialiste.
Il loro eroismo si consumò in chiave di assoluta e spoglia quotidianità. Le donne furono presenti nel primo ottocento in una prodigiosa varietà di atteggiamenti e di scelte, alcune così coraggiose ed innovatrici da segnare una decisa maturazione culturale e spirituale che attesta una partecipazione piena alla dimensione civile del vivere.
Ma simili manifestazioni femminili di amor patrio non impedirono che Francesco Crispi si opponesse alla proposta di voto alle donne con queste parole: “Quando voi distaccate la donna dalla famiglia, e la gittate nella pubblica piazza, voi fate, o signori, della donna non più l’angelo consolatore della famiglia, ma il demone tentatore…”
150 anni dopo l’Unità d’Italia è triste constatare come, di fatto, le donne, pur avendo raggiunto significativi traguardi in molti campi, debbano ancora lottare contro le disuguaglianze, gli stereotipi, il machismo e la violenza maschile.
Formalmente nel nostro paese uomini e donne godono degli stessi diritti, ma vi è ancora molta strada da percorrere per il raggiungimento di una effettiva uguaglianza ed il pieno riconoscimento della donna nella vita sociale e politica.
I diritti delle donne sono una responsabilità di tutti, un diritto negato una risorsa in meno.
Coordinamento Donne Acli Brescia