Conclusa la quarta edizione di Percorri la Pace

Lunedì 8 settembre 2014
Sono tornati a Brescia domenica sera i circa 90 tra ciclisti, runner e accompagnatori che hanno partecipato alla quarta edizione di Percorri la Pace, dopo aver percorso a piedi e in bicicletta 515 km da Brescia a Monaco di Baviera. L’esperienza si è rivelata ancora una volta molto positiva da tutti i punti di vista, dimostrando che è possibile raggiungere un obiettivo pur avendo esperienze, sensibilità e capacità fisiche molto diverse tra di loro.
 
Come sempre Percorri la Pace non è stata soltanto un viaggio fisico ma anche un vero e proprio percorso. Lungo le tre tappe (Brescia-Bolzano, Bolzano-Innsbruck, Innsbruck-Monaco), è stato possibile approfondire la conoscenza di chi ha saputo dire no alla violenza e attraverso l’obiezione di coscienza ha cercato di resistere agli orrori del nazismo e della guerra.
 
A Bolzano abbiamo approfondito l’esperienza di Josef Mayr-Nusser, l’uomo che disse no a Hitler, un eroe solitario che diceva “se nessuno avrà mai il coraggio di contrastare il nazionalsocialismo, questo sistema non crollerà mai”. Ripartiti dal muro del vecchio campo di concentramento della città altoatesina, i bresciani hanno valicato il passo del Brennero giungendo a Innsbruck, dove il Vescovo della città austriaca ha presentato Franz Jagerstatter, giovane contadino beatificato nel 2007 che maturò la convinzione che la sua fede fosse incompatibile con il nazionalsocialismo, e che pagò con la vita il suo rifiuto a combattere dichiarandosi obiettore di coscienza.
 
Come meta finale di questo percorso è stata scelta Monaco di Baviera, che vide l’opera dei giovani della Rosa Bianca tra il 1942 e il 1943. Questi ragazzi distribuirono in tutta la Germania 6 volantini che invitavano i tedeschi alla resistenza passiva contro il regime nazista; pagarono con la vita questo coraggio. A Monaco ciclisti e runner sono andati subito all’Università Ludwig Maximiliam a rendere omaggio a questi giovani, e la domenica mattina hanno incontrato Kurt Huber, il figlio del professore dei giovani della Rosa Bianca, che fu giustiziato con i suoi studenti. Particolarmente intenso e commosso l’incontro, durante il quale il professore ha raccontato della difficoltà dei suoi concittadini a riconoscere il valore di quel gesto.
 
Prima di ripartire c’è stato il tempo anche per la visita a Dachau, che fu il primo campo di concentramento aperto pochi mesi dopo la presa del potere dei nazisti. Prima di entrare nel campo si è ricordata la figura di Andrea Trebeschi (grazie alla commossa testimonianza del nipote Antonio, che ha partecipato come ciclista all’iniziativa), il quale faceva parte del gruppo di giovani dell’oratorio della Pace – guidato da padre Bevilacqua e don Manziana – che fu il cuore della resistenza cattolica nella nostra città. Andrea Trebeschi venne arrestato e spedito nei campi di concentramento in Germania e, prima di morire a Gusen il 24 gennaio 1945, passo anche da Dachau. Tra le tante citazioni di Andrea che sono state riportate, una in particolare ha colpito i presenti e può sintetizzare il messaggio di speranza che Percorri la pace ha lasciato ai partecipanti e vuole rilanciare a tutti: “se il mondo fosse monopolio dei pessimisti sarebbe da tempo sommerso da un nuovo diluvio e se oggi la tragedia sembra inghiottirci si deve alla malvagità di alcuni ma soprattutto all’indifferenza e all’egoismo della maggioranza”.

 

 

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