Sono rientrati i 40 partecipanti della settimana passata per scoprire e conoscere la Cappadocia e Istanbul
Si è concluso sabato 30 settembre il viaggio di conoscenza e di scoperta della Turchia, organizzato dalle Acli provinciali di Brescia e da Ipsia Brescia Odv, all’interno delle proposte di Fabula Mundi, il percorso di geopolitica che, da 13 anni, cerca di offrire opportunità per comprendere il mondo.
I 40 partecipanti hanno vissuto una settimana intensa, articolata in due mete: la Cappadocia e Istanbul. La Cappadocia ha accolto le prime due giornate del viaggio: una terra meravigliosa, nella quale la natura ha giocato, modellando la roccia in forme uniche al mondo. Proprio in questo territorio vissero molte delle prime comunità cristiane che, per sfuggire dalle persecuzioni dei Romani, trovarono rifugio in questi luoghi, grazie anche alla loro peculiarità morfologica: le rocce infatti sono di morbido tufo, nato da migliaia di eruzioni vulcaniche, avvenute milioni di anni fa, quindi facili da scavare per costruire ripari e abitazioni.
I villaggi creati dalla e nella roccia raccontano di un rapporto simbiotico tra l’uomo e l’ambiente naturale che ha accolto queste comunità. Un rapporto diverso da quello al quale siamo abituati. Tra i giochi di tufo e le guglie dei bellissimi camini delle fate, si intravvedono le aperture di porte, finestre e piccionaie: abitazioni eremitiche o interi villaggi, che racchiudono oltre 2000 chiese. Alcune minuscole e semplici, altre più complesse e interamente affrescate.
Un volo interno ha successivamente portato i 40 partecipanti a Istanbul. Città che, dalla nascita della moderna Turchia (dopo la fine dell’Impero Ottomano al termine della prima guerra mondiale) ad opera di Mustafa Kemal Atatürk, ha ceduto lo scettro di capitale ad Ankara. Ma che resta un enorme megalopoli di circa 20 milioni di persone. Posta tra le due sponde del Bosforo, ponte e anello di congiunzione tra l’Europa e l’Asia, è stata per secoli uno dei centri più importanti del mondo. Prima Bisanzio, divenuta poi Costantinopoli nel 330 (periodo storico nel quale si tennero alcuni tra i più importanti Concili della Chiesa), capitale dell’impero romano d’Oriente (in realtà unico impero romano dal 476 fino al 1465) e, quindi, dell’Impero Ottomano.
Il gruppo ha visitato i principali monumenti e quartieri della città, posti tra le due sponde del Corno d’Oro, accompagnato da guide locali e da due docenti universitari esperti dell’area e della storia dei paesi islamici (Michele Brunelli, docente presso l’Università di Bergamo e l’Università Cattolica di Brescia e Carlo Frappi, docente presso Cà Foscari a Venezia). Questi esperti hanno aiutato a leggere l’incredibile storia che aleggia anche nell’aria che si respira ovunque nella città, insieme a quello spirito cosmopolita e di accoglienza delle diverse comunità, che è stato una caratteristica fondamentale nell’identità di Costantinopoli e che si coglie ancora nelle vie dei quartieri storici.
Durante il viaggio non pochi sono stati i momenti intensi (come quelli nella Moschea di Fatih e nella Moschea di Solimano), molto utili per conoscere e comprendere davvero nel profondo l’Islam, anche nel suo rapporto con il Cristianesimo; momenti colmi di spiritualità e voglia di capire resi possibili anche grazie alle preziose conversazioni con le guide italo-turche.
Molto interessante è stato anche l’incontro con frate Luca della comunità dei domenicani, che ha messo in evidenza la fatica, ma anche la grande opportunità, rappresentata dall’incontro, dal racconto della propria realtà alle altre confessioni religiose. Spesso il Cristianesimo è visto come appartenenza etnica e non come scelta di fede.
Il viaggio ha permesso di conoscere anche la più antica comunità storica italofona all'estero, quella levantina di Istanbul, raccontata anche nell’ultimo libro di Miguel Servelli “Antenati a Costantinopoli”, che, dentro un vivace caffè letterario del centro, ha raccontato ai partecipanti la storia di alcuni italiani vissuti all’epoca dell’impero ottomano, soprattutto nella seconda metà dell’Ottocento, dando vita ad una comunità molto vivace e integrata.
Il viaggio è stato molto apprezzato da tutte le persone che lo hanno vissuto e gustato, perché ha offerto non solo l’occasione di visitare luoghi naturali e monumentali tra i più importanti della Turchia, ma perché ha permesso anche di conoscere e comprendere la cultura, la storia e la società di questo popolo. Base necessaria per affrontare un percorso di geopolitica.