Da "Il giornale di Brescia" di mercoledì 24 aprile 2013
Esperienze
In bici lungo percorsi di pace e sostenibilita
Era il Natale 1994 quando l’altoatesino Alex Langer - politico, giornalista e scrittore, ma soprattutto viaggiatore e uomo di frontiera - si opponeva al motto «citius, altius, fortius» di Pierre de Coubertin, ripreso alle Olimpiadi e abbracciato in tutti i campi del vivere moderno. Il fatto è che a furia di vivere più veloce, più alto, più forte, si finisce per perdersi qualche cosa, per impoverirsi. E allora «Lentius, profundius, suavius», più lento, più profondo, più dolce. Uno stile di vita che non assicura la vittoria, però allunga il fiato. Lo stesso stile di vita ispira oggi un progetto educativo accolto da tre scuole bresciane e lanciato in via sperimentale nello scorso gennaio: «Per...corri la pace», un percorso lungo un anno per mettere in moto gambe, cervello e cuore. Promossa dalle Acli provinciali di Brescia, l’idea nasce dall’esperienza della Marcia per la pace svoltasi nel settembre del 2011, che aveva condotto un gruppo di ciclisti e podisti fino ad Assisi. E suscitato in alcuni il desiderio di darvi continuità, pensando e percorrendo ogni anno una strada verso la pace e la giustizia; nonché verso una città che le simboleggi. L’anno scorso è stata Ginevra, quest’autunno sarà Sarajevo. Ma prima la proposta delle Acli ha raggiunto gli istituti Lunardi e Canossa e il liceo scientifico Leonardo: venti studenti di 2 °, 3 ° e 4 ° superiore, con una decina tra docenti e accompagnatori, partiranno sabato prossimo per un’esperienza a due ruote che li avvicinerà ai temi dei diritti umani, della scienza per la pace e della sostenibilità energetica. Alla volta di Ginevra: sede dell’Unhcr e dunque capitale di giustizia e pace; città della scienza per la presenza del Cern. Quattro giorni di viaggio e una media di 80 km al giorno, la cui ricompensa saranno le visite al Cern e all’Unhcr per confrontarsi sul tema del rapporto scienza-pace con la ricercatrice Antonella de Rossi, e su quello dei rifugiati con un funzionario dell’Alto Commissariato. I giovani ciclisti hanno preparato polpacci e testa a suon di laboratori e allenamenti. E se qualcuno era già conscio dello sforzo richiesto - come Davide, studente del Lunardi, che per 12 anni ha pedalato da agonista e parteciperà spinto dalla sua passione -, per altri «a volte viene da chiedersi chi me l’abbia fatto fare»: Adriano, studente canossiano, è di quest’ultimo avviso. «Ma - aggiunge - l’ho fatto per mettermi alla prova, e per faticare con coetanei spinti magari da motivi diversi». Non sono che due partenze verso un unico sentiero: quello che insegna a faticare insieme per raggiungere una meta.
Jennifer Riboli