Intervista a Roberto Rossini sul Giornale di Brescia

Mercoledì 2 febbraio 2011

Rossini - il rilancio va costruito sull'idea di lavoro

Roberto Rossini è il presidente delle Acli bresciane si definisce un «operaio della politica» e dalla sua prospettiva vede una Brescia in cui non si parla più di giustizia sociale.
Cosa pensa del nuovo patto sociale proposto dal sindaco?
Mette in luce il fatto che la città è attraversata da alcune lacerazioni. È importante che la politica ne prenda atto. In questi ultimi mesi sono avvenuti fatti che testimoniano questi problemi: innanzitutto la protesta degli immigrati sulla gru, ma non c'è stato solo quello. Per esempio penso ai dati sulla cassa integrazione: nel Bresciano nel 2010 sono stati preoccupanti, ci sono state 60 milioni di ore di Cig. Però un patto sociale tra politica e popolo c'è già ed è la nostra Costituzione. Serve concretezza in queste situazioni come ha dimostrato l'esperienza non soddisfacente degli Stati generali dell'economia.
Perché quell'opportunità non è stata sfruttata?
Si è parlato di economia nel senso più astratto. Non si è parlato mai di lavoro e quindi non si è messo al centro del discorso l'uomo. Il punto è che l'economia moltiplica la ricchezza e non la divide. Noi siamo convinti invece che lavoro e giustizia sociale siano la cose su cui puntare. Non ne parla più nessuno, ma noi ne facciamo la bandiera del nostro impegno. Giustizia sociale significa ridistribuzione del reddito, fondante per noi «operai della politica» che ci ispiriamo alla dottrina sociale della Chiesa.
Cosa pensa del tema dell'immigrazione?
È un passaggio fondamentale che deve essere affrontato. Invito il presidente del Consiglio comunale, Simona Bordonali, a promuovere un dibattito su quello che deve essere considerato un tema e non un problema. Un bresciano su cinque è straniero, l'immigrazione è un qualcosa che deve essere affrontato insieme in vista del bene comune.
Come ha operato secondo lei la Giunta fino ad oggi?
Il sindaco ha avuto una felice intuizione nel momento in cui ha ipotizzato una delega sui tempi urbani secondo criteri di sussidiarietà. Questa va ovviamente coniugata con la solidarietà per impedire che si verifichino quelle «guerre tra poveri» citate dal segretario provinciale della Cisl Torri in una recente intervista, parlando della necessità di assistere tutte le fasce deboli presenti a Brescia.
Come si pongono le Acli nello scenario descritto?
Noi siamo mediatori e la nostra missione è quella di essere di frontiera nella società. Per altro troppo spesso assistiamo ad un eccesso di semplificazione. Non dimentichiamo che il mondo cattolico ha avuto un ruolo determinante nella vicenda della gru e riconosciamo a padre Toffari la grande opera di mediazione insieme ai sindacati.

X

Cosa stai cercando?