Dal 29 maggio al 4 giugno IPSIA sarà in missione nelle zone della Bosnia nord-orientale interessate dalla recente alluvione.
La delegazione dell'ONG si recherà nell'area di Doboj, di Tuzla e di Srebrenica per valutare la portata dei danni e la situazione relativa alla distribuzione degli aiuti, le operazioni di pulizia dal fango e dell'acqua nei centri abitati e la rimozione dei detriti dalle strade ancora colpite dalle frane in corso.
La missione sarà un'occasione per incontrare diversi soggetti del territorio e altre ONG italiane presenti in loco e valutare le priorità di intervento concentrandosi su micro-progetti ben mirati.
Nonostante il Paese non sia più in stato di allerta la situazione tarda a tornare alla normalità. Le acque non si sono del tutto ritirate mentre in altre zone il fango comincia a seccarsi, il recupero delle carcasse degli animali morti è lento e la decomposizione, viste le temperature calde degli ultimi giorni, aumenta il rischio di epidemie.
Il BH Mine Action Center ha aggiornato le mappe che evidenziano le possibile zone colpite dalle alluvioni nelle quale mine e ordigni inesplosi potrebbero essersi spostati.
Gli aiuti che stanno arrivando da tutto il mondo vengono distribuiti seppure con alcune difficoltà nelle zone più isolate, mentre molti carichi restano fermi in dogana per via dell'incompletezza dei documenti per lo sdoganamento.
Continua la solidarietà e le azioni auto-organizzate volte sopratutto alla rimozione del fango e delle masserizie inutilizzabili, con volontari provenienti da tutta la regione della ex Jugoslavia impegnati con pale e carriole in tutte le località colpite.
Il processo di ricostruzione sarà lento e interesserà diversi settori, da una parte si parla di migliaia di case distrutte o compromesse dalle alluvioni, dall'altra non si contano ancora i danni a fabbriche, campi, bestiame.
Per questo motivo è importante che l'attenzione di noi tutti sia concentrata su queste regioni.