L'Amore che vince la morte. BUONA PASQUA

Giovedì 9 aprile 2020

Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati.
Abbiamo un timone: nella sua croce siamo stati riscattati.
Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e
abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore.
In mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza
degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose,
ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva:
è risorto e vive accanto a noi.

 

Papa Francesco, Meditazione - 27 marzo 2020

 

 

BUONA PASQUA

 


Pasqua difficile, questa
. Come ogni vero “passaggio”, in realtà. Eppure, quest’anno, come non mai. Almeno per le generazioni dal Dopoguerra. Attorno a noi ci sono morte e amore, sofferenza e solidarietà, paura e speranza, rabbia e tenacia, solitudine e comunità, sgomento e ingegno. C’è Umanità, attorno a noi. In tutto il suo limite e in tutto il suo senso più profondo, nel quale troviamo l’essenza della Pasqua.

La memoria della risurrezione da morte di Gesù di Nazaret è la festa più significativa e più decisiva per la nostra fede. Ma se la “diciamo” solo come risurrezione di uomo dovuta al suo essere Figlio di Dio, allora è un messaggio così sbrigativo che non interessa molti al di fuori della “cerchia”, soprattutto in tempi come questi. La Pasqua in realtà la stiamo vivendo da settimane, nelle quali abbiamo visto affrontarsi in duello l’amore e la morte. Ecco, abbiamo visto la Pasqua.

La morte è il nostro nemico, è ciò che contraddice la nostra felicità e appare come l’ultima parola nella nostra vita. Ecco allora la “buona notizia” che è per tutti: Gesù – quest’uomo di Nazaret che ha sempre vissuto l’amore come servizio, che ha amato fino a spendere la sua vita per gli altri, fino a morire senza difendersi e senza minacciare vendetta, ma anzi perdonando – è stato l’Amore che non poteva essere preda della morte. Da allora sappiamo che l’amore ha l’ultima parola sulla morte, sulla paura, sull’inimicizia, sul male.

Ogni essere umano è interessato a questo messaggio, alla possibilità che l’amore sia più forte della morte. Ogni essere umano che vive una storia di amore e che, proprio perché ama, vuole che l’amore viva e non abbia fine, si sente coinvolto dalla Pasqua. Così come tutte e tutti siamo coinvolti in questa Pasqua nella quale cerchiamo l’amore, come fosse l’aria o l’ossigeno per i malati che abbiamo visto o sperimentato: credere alla risurrezione di Gesù è riporre la fede e la speranza nell’amore!
Di fronte alla morte che ci circonda, vi è certamente una risposta di fede, ma anche una rinnovata ricerca di senso che nasce proprio là dove l’essere umano può esperirlo nel quotidiano, nella famiglia, nel lavoro, nello studio, nelle relazioni d’aiuto, nel dono di sé. La risurrezione non è qualcosa di esterno alla vita. La fede si accorda al senso profondo racchiuso nella vita umana. La specificità del cristianesimo – riaffermata nella celebrazione della Pasqua – consiste in questo annuncio che l’amore vince la morte, è buona notizia che siamo chiamati a decodificare e a tradurre qui e ora, nella storia e nella compagnia degli uomini, anche in questa vicenda drammatica e dolorosa…
Il Dio dei cristiani è Amore perché è stato narrato da Gesù, colui che ha vissuto l’Amore più forte della morte: ecco perché Lui è risorto e perché anche noi possiamo fare un cammino che si apre sulla vita eterna.
La Pasqua è annuncio di questa buona notizia, per tutti: l’ultima parola è l’Amore. Chi ama vince la morte! Questa è la nostra salda speranza. Che ci impegniamo a tradurre in progetto politico di convivenza per un nuovo umanesimo, un mondo rinnovato, sostenibile, pieno di senso, degno di futuro. E di vita eterna. Buona Pasqua.

Pierangelo Milesi
Presidente delle Acli provinciali di Brescia

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