Le Acli sulla tragedia dell'immigrazione a Scicli
"L'ultima strage di migranti eritrei consumatasi sulle coste ragusane di Scicli chiama ognuno alla proprie responsabilità. Non si può restare fermi di fronte alle tragedie annunciate, soprattutto quando a poche miglia del confine d'Europa le condizioni politiche costringono alla fuga - sostiene Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli - Le Acli fanno appello alle istituzioni governative, affinchè si metta fine ad una ferita nella storia della civiltà europea e del mediterraneo ed affinchè i gravissimi e molteplici conflitti che insanguinano l'Africa (se ne contano almeno 24 in corso nell'intero continente) assurgano finalmente all'attenzione della Comunità internazionale".
"Occorre interrogarsi su quante persone dovranno ancora morire lungo le coste italiane per mettere fine ad una continua ed inesorabile perdita di vite umane - afferma Antonio Russo, resp. Immigrazione Acli nazionali - Ci chiediamo se i tredici cittadini eritrei e somali, costretti alla morte dagli scafisti a pochi metri dalla spiaggia di Scicli, siano gli ultimi di una interminabile scia di morte che ogni anno accresce la lista delle vittime del mare e, se non sia il caso, nella circostanza dell'aumento degli sbarchi, di rafforzare il pattugliamento delle coste italiane anche con il coinvolgimento delle istituzioni europee".