La crisi dei partiti orfani di ideali

Sabato 23 giugno 2012

Da "Il Giornale di Brescia" di sabato 23 giugno 2012

Partiti per dove?». E` stato questo il tema dell’incontro organizzato dall’Acli Provinciale in occasione della propria festa a Gussago. Ma questo è il quesito che tutti i rappresentanti politici e gli italiani si pongono da quando, a novembre, è nato con una ampia maggioranza parlamentare il Governo Monti. Un quesito che investe il sistema politico italiano, ma più in generale l’intera società. Ne hanno discusso con il professor Valerio Onida, già presidente della Corte Costituzionale, i cinque segretari di Pd (Bisinella), Pdl (Mattinzoli), Udc (Quadrini), Lega Nord (al posto di Rolfi era pre- sente la Bordonali) e Movimento 5 stelle (Crimi), sollecitati dalle domande pungenti del vicedirettore del Giornale di Brescia, Claudio Baroni. In apertura è stato il segretario delle Acli provinciali Roberto Rossini a fornire alcuni spunti: «I partiti non riescono più ad assolvere al compito di creare consenso e fare formazione".
La fotografia del sistema politico italiano scattata da Onida nel suo intervento è pesante: «In questo momento le idee collettive e gli ideali che hanno dato vita ai partiti tradizionali sono scomparse non solo dai partiti di oggi, ma anche dall’orizzonte politico del nostro Paese». Cause e, al contempo, effetti di questa situazione si sovrappongono: «Non esistono - ha proseguito - partiti che formino classi dirigenti, piuttosto leader che costruiscono attorno a sè partiti». E la ricaduta diretta sulla perdita di credibilità e la mancanza di rappresentatività dei partiti è l’astensionismo, «nonostante l’offer- ta politica oggi sia molto variegata», ha concluso Onida. Non è stato certo un compito facile per i rappresentanti politici destreggiarsi nell’illustrazione delle difficoltà oggettive che la politica mostra e soprattutto sciogliere il nodo delle soluzioni.
Il pidiellino Mattinzoli ad esempio ha sì ribadito la necessità di un rinnovo della classe dirigente, ma «è necessaria una maturazione del popolo italiano, contemporaneamente ad una maggiore con- divisione dei partiti». Mentre la presidente del Consiglio comunale di Brescia, la leghista Simona Bordonali, pur riconoscendo le difficoltà interne al Carroccio ha ricordato che il rinnovo della classe dirigente leghista sta avvenendo grazie ad una nuova generazione di giovani. Bisinella, segretario del Pd, ha individuato nel modello delle primarie «la risposta alla necessità di recuperare i valori della democrazia partecipata», che si sposa con la necessità anche di un rinnovo profondo di una classe dirigente ormai statica. Da parte sua il centrista Quadrini ha invece riconosciuto «che il sistema dei partiti ha distribuito sogni e illusioni senza però dare speranza ai cittadini», per questo serve proseguire nella stagione della corresponsabilità avviata col governo Monti. Ma la curiosità era tutta per Vito Crimi rappresentante del Movimento 5 stelle che si è concentrato soprattutto sul nuovo metodo di selezione del personale politico attraverso la rete informatica e umana in «nome del popolo sovrano». Ma anche le suggestioni dei grillini mostrano la corda quando dal metodo bisogna passare alla strategia politica.
 

Carlo Muzzi

 

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