Da "Il Giornale di Brescia" di martedì 21 maggio 2013
La fede e l’azione di Marta Reali esempio illuminante per l’oggi
Presentato alle Acli il volume di testimonianze e scritti dedicato a una figura cardine del cattolicesimo bresciano
All'anagrafe era Marta Maria e in sé univa la duplice attitudine evangelica alla contemplazione e all'azione. La fede profonda ha orientato il suo impegno di donna consapevole e coraggiosa nel tempo della Resistenza, della crescita democratica nel dopo- guerra, del rinnovato ruolo dei laici nella Chiesa del Concilio. Con il libro «Marta Reali - Testimonianze e scrit- ti» l'editrice Morcelliana e CE. Doc. danno l'opportunità di riscoprire una figura cardine nel cattolicesimo bresciano del secolo scorso e un esempio illuminante per la realtà d'oggi pur così diversa. Le Acli, che si sono avvalse della sua partecipazione alla presidenza provinciale tra gli anni '40 e '50, hanno dedicato ieri un incontro alla presentazione del volume. Il presidente Roberto Rossini l'ha collocata nella schiera di quei «giusti» che sorreggono le istituzioni perseguendone il vero bene e si è soffermato, con una citazione dagli scritti di Giuseppe Camadini, sulla funzione della memoria che richiama alle «ragioni delle origini».
Il Centro Documentazione Ce. Doc. lavora alla conservazione e divulgazione della storia del movimento cattolico bresciano: il direttore Luca Ghisleri ha tratteggiato la biografia di Marta Reali attraverso le 11 testimonianze che compongono la prima parte del libro, seguite dalla riproduzione di suoi articoli degli anni '50 e '60 sulla partecipazione femminile e sull'importanza della formazione e della cultura. Fin dagli anni '30 l'Azione Cattolica è stato il primo campo di dedizione per Marta Reali, che avrebbe assunto nel tempo incarichi a livello regionale e nazionale. Angela Mantovani, che è stata presidente provinciale di Ac, ne ha ricordato «il tratto semplice, l'approccio concreto e l'attenzione, per comprendere»: caratteristiche che sapevano conquistare anche i giovani degli anni '60-'70, in momenti «entusiasmanti e problematici» al tempo stesso. La sua appartenenza alla Chiesa era vissuta con grande passione, ovunque sorgesse un bisogno di servizio in lei si trovava disponibilità, sapeva cogliere le novità senza pregiudizi, con spirito libero e capacità critica. Dagli scritti e dalle testimonianze la responsabile del Coordinamento donne delle Acli, Vera Lomazzi, ha ricavato alcune indicazioni particolarmente valide per il nostro presente: l'attenzione alla realtà e ai dati, la capacità di cogliere il nuovo, la responsabilità di orientare e trasmettere, la valorizzazione del ruolo femminile.
A un significativo ricordo personale si è rifatto il presidente di Ce. Doc. Gian Battista Lanzani: al suo coinvolgimento - da laureando in Giurisprudenza - nella scuola domenicale di formazione delle Acli creata da Marta Reali e Mario Faini, «un progetto di promozione umana, per crescere insieme e far crescere la società». Certo, ha aggiunto, Marta Reali non avrebbe sostenuto la causa delle quote rosa, perché prima che alla quantità delle presenze guardava alla qualità. C'era «un'accuratezza nel suo dire e nel suo fare: è il segno che sia ma quel che si fa e in questo c'è un messaggio per un tempo come il nostro, di sommaria approssimazione. Leggeva i testi, si documentava: anche questo è un testamento».
Elisabetta Nicoli