Le Acli: chiediamo certezze

Martedì 26 novembre 2013

Da "Il Giornale di Brescia" di martedì 26 novembre 2013

Le Acli: chiediamo certezze
In una nota il «timore» sulla salute dell’acqua

«In questi giorni sono state rese pubbliche le ennesime brutte notizie da parte dell'indagine Arpa sullo stato di salute degli acquedotti bresciani - si legge in un comunicato delle Acli provinciali -. La realtà industriale della nostra provincia ha una grande storia e ha contribuito a far crescere l'economia e la società bresciana. Questa storia ha lasciato anche qualche segno nei nostri terreni e nelle nostre falde: cromo esavalente, solventi, tricloroetano e, ovviamente, Pcb. Il problema non riguarda unicamente il capoluogo, ma è esteso a tutto il territorio: dalla Valtrompia alla Franciacorta, da Castegnato a Mazzano, da Montichiari a Lonato». Per questo, le Acli chiedono alle istituzioni «alcune certezze e garanzie per poter continuare a usufruire di un bene pubblico fondamentale come quello dell'acqua, per il quale ci siamo battuti con impegno e convinzione, sostenendo la campagna referendaria in difesa dell’acqua pubblica nel 2011. Chiediamo dunque di poter bere l'acqua pubblica, con le relative informazioni su come poter fare, anche attivando una necessaria campagna informativa. Cosa ancora più importante chiediamo poi di individuare dei piani da mettere in atto per risolvere una situazione che è indubbiamente preoccupante e che necessita di interventi risolutivi. Questo proprio perchè continuiamo a credere che l'acqua sia un bene comune e che sia responsabilità di ciascuno proteggerlo, secondo le proprie possibilità e i propri ruoli». La nota conclude: «Apprezziamo l'interesse del Comune e l’attività intrapresa per i controlli e in generale per la tutela preventiva dei cittadini, anche con riferimento al progetto Plum, di cui la Provincia è firmataria del protocollo. Solo una corretta informazione, affiancata da interventi concreti per ridurre gli inquinanti, può ridurre allarmismi disorientanti e promuovere una reale presa di coscienza della situazione e favorire l'individuazione di strategie condivise per tutelare il bene comune primario che non smetteremo di difendere: l’acqua».

 

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