E’ stato presentato e approvato dal Consiglio Provinciale il Rendiconto Sociale delle Acli provinciali di Brescia relativo al 2013, occasione per dire “chi siamo e cosa abbiamo fatto” sia ai propri soci sia a coloro che, in diverso modo, hanno a che fare con le Acli. Molti gli aspetti analizzati: progetti e attività associative, la forte crescita delle pratiche e delle persone raggiunte dai servizi (più di 200.000), l’aumento del numero dei lavoratori (188), la consistenza del volontariato (165.500 ore annue) e l’impegno all’emergenza abitativa.
La prima parte del documento è dedicata alla vita associativa, che coinvolge non solo gli oltre 11.000 soci delle Acli - 15.000 se consideriamo anche le cosiddette “associazioni specifiche” - ma che si rivolge a tutta la comunità bresciana attraverso un costante impegno in numerose campagne di sensibilizzazione (come quella contro il gioco d’azzardo o per la valorizzazione della formazione professionale), in iniziative culturali e formative (corsi, convegni e tavole rotonde), in progetti territoriali realizzati grazie ai Circoli Acli. Impegno che passa pure dalle Fest’Acli, da Percorri la Pace, dal Percorso Interassociativo, dall’impegno per una nuova economia solidale. Ampio spazio viene dedicato anche all’attività delle associazioni specifiche che si impegnano nell’ambito dello sport, del turismo, della tutela del consumatore, della cooperazione internazionale, dei pensionati e del volontariato.
Da sempre le Acli cercano di capire quali sono i problemi della nostra società, per orientare il proprio operato e offrire una risposta a tali bisogni. Per questo le Acli nel tempo hanno creato e strutturato una rete di servizi e imprese sociali, in grado di offrire consulenza ed assistenza sulle tematiche abitative (attraverso Acli Servizi), servizi di ristorazione (con la Cooperativa Agazzi), servizi assicurativi, consulenza fiscale e legale (grazie ad Acli Servizi e al CAF) e tutela del lavoratore (con gli sportelli del Patronato Acli). I numeri presentati sono significativi; si pensi ai 119 punti nella provincia dove si possono trovare i servizi delle Acli, o alle 104.862 pratiche gestite nel 2013 dal patronato, a cui vanno aggiunte le oltre 96.000 del Caf.
Un capitolo importante del Rendiconto è quello relativo al personale occupato. Pur essendo stato il 2013 uno degli anni più drammatici per la situazione occupazione del nostro Paese, il Sistema Acli è riuscito a dare occupazione stabile per 188 lavoratori (a fronte di 172 al termine dell’anno precedente). Altro dato importantissimo è quello relativo al volontariato, motore su cui si muove quasi tutta l’attività associativa ma anche a sostegno dei servizi alla persona per le tutele del lavoro, della previdenza, dei diritti degli immigrati, dei diritti delle famiglie e anziani (i cosiddetti “promotori sociali”). Sommando le ore di tutti i volontari a servizio dei diversi ambiti di impegno delle Acli, si arriva al numero significativo di 165.500 ore di volontariato totali.
Ampio spazio viene dato anche a raccontare gli impegni delle Acli nelle imprese sociali della rete bresciana, a conferma dell’impegno attivo dell’Associazione per il territorio e il suo sviluppo. In particolare nel 2013 le Acli e la Cooperativa Acli Duemila hanno promosso il progetto straordinario “La casa e l’emergenza abitativa”, per rilanciare fortemente la responsabilità Aclista sul tema della casa, facendo rete con altre realtà associative (in particolare con ISB, Immobiliare Sociale Bresciana) per la creazione di una società cooperativa Onlus dedicata all’housing sociale.
Il Rendiconto Sociale del Sistema Acli si conclude infine con gli aspetti economico-finanziari e con la quantificazione del Valore aggiunto prodotto dal Sistema Acli.
“Neppure noi abbiamo la ricetta per uscire dalla crisi. Ma il rapporto con la nostra comunità– sostiene nella premessa del Rendiconto il presidente provinciale Roberto Rossini – ci chiede in questo momento di non demordere dal nostro impegno quotidiano, dalla nostra fatica e – semmai – provare ad immaginare nuove vie per sostenere le fragilità sociali. È anche per questo che abbiamo voluto scrivere ciò che facciamo, per dire che anche nella crisi il nostro impegno non viene meno. Anzi. Le Acli ci sono”.
La comunità nella quale hanno operato le Acli, è una comunità che anche quest’anno vive nella crisi sociale ed economica che dal 2007 ha colpito in modo duro il mondo del lavoratori; quel ceto popolare di cui le Acli sentono l’appartenenza. Proprio per questo si è cercato di capire meglio le ragioni, approfondire la conoscenza del contesto e poi fare: cioè offrire servizi, sportelli, opportunità, tutele, ragionamenti, letture, informazioni e tutto quanto si può osservare leggendo il rendiconto.