Le Acli: promuovere, non difendere la famiglia

Mercoledì 27 gennaio 2016

 

In merito alla manifestazione del prossimo 30 gennaio

 

I diritti individuali siano tutelati fuori da ogni possibile equiparazione al matrimonio Critiche a stepchild adoption e alla aberrante pratica dell’utero in affitto

  

 

 

 
Roma, 27 gennaio 2016 - «Sul tema della famiglia, fatta di mariti e di mogli, di papà, di mamme e di figli, – spiega Santino Scirè, responsabile Famiglia e vicepresidente delle Acli nazionali - le Acli non sono mai state in difesa, piuttosto sono da sempre impegnate con servizi, attività, iniziative, progetti per promuoverne il protagonismo. Il clima da tifoseria che si è creato in questi giorni a ridosso del Family Day non fa certo bene alle vere priorità della famiglia, che conosciamo non solo attraverso i nostri iscritti e il costante lavoro sul territorio, ma anche attraverso le migliaia di persone che si rivolgono ogni giorno al nostri servizi di Caf e Patronato diffusi su tutto il territorio della penisola.

Le Acli – afferma Scirè - non condividono la strumentalizzazione delle piazze e, rispetto al processo legislativo in atto, hanno a cuore la tutela dei soggetti più deboli. Per questo le Acli ritengono che l’ipotesi della stepchild adoption possa essere rischiosa perché può aprire la strada alla aberrante pratica dell’utero in affitto. Tuttavia affermiamo l’importanza di riconoscere le unioni civili, anche omosessuali, sottolineando la necessità che vengano tutelati i diritti individuali fuori da ogni possibile equiparazione al matrimonio.
 
Idealmente ci riconosciamo nel ruolo di fondamento e centro del tessuto sociale che la Costituzione assegna alla famiglia ed evidenziamo il fatto che essa preesiste allo Stato, da cui invoca solo di essere riconosciuta. Pertanto, - conclude Santino Scirè - chiediamo che il Parlamento continui a concentrarsi su argomenti concreti come il fattore famiglia, la promozione di politiche di conciliazione e la definizione di misure di welfare nuove e affidabili. Questo sì che sarebbe un segnale di modernità per un Paese che sa investire sul proprio futuro».
 
 
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