Dal Giornale di Brescia di mercoledì 27 giugno 2012
Quanti bresciani sanno che le elezioni amministrative del 2013 segneranno la scomparsa delle cinque Circoscrizioni cittadine? Se l’è chiesto ieri, nella sala della Circoscrizione ovest, il vice-presidente delle Acli bresciane, Luciano Pendoli, nel dibattito sul tema proposto nella «Fest’Acli» di S. Anna. A rispondere alle sollecitazioni sono intervenuti il presidente della Ovest, Mattia Margaroli (Pdl), e il consigliere comunale del Pd Valter Muchetti. La legge 42/2010, ha ricordato Pendoli, sancisce l’abolizione delle Circoscrizioni - ma non dei servizi ad esse legati, come l’Anagrafe decentrata - per le città con meno di 250mila abitanti, «impedendo ai Comuni di articolare un più efficace livello di partecipazione al governo locale». Le Circoscrizioni, istituite nel 1976, nascono dallo spirito partecipativo degli Anni ’60 e ’70, «ma l’hanno in gran parte disatteso: dovevano promuovere la partecipazione e il decentramento amministrativo, ma sono state frenate dai limiti della legge, che non prevedeva distinzioni tra città piccole e più grandi, nè la presenza di organi intermedi. Hanno finito spesso col scimmiottare ciò che avveniva nelle sedi politiche maggiori».
A Brescia, sono comunque state «piccole palestre di esercizio della democrazia. Ma oggi o si accetta la loro fine o si rilancia, ampliando gli istituti di partecipazione».
La proposta delle Acli guarda al ruolo dei quartieri, auspicando in essi la nascita di «consulte istituzionalizzate, legittimate da un voto dei cittadini. E` fondamentale una partecipazione permanente, strutturata, legittimata e riconosciuta, il cui perno deve risiedere nei quartieri. E bisogna far leva sull’associazionismo organizzato, che ha uno sguardo complessivo sulla città».
Margaroli è critico con la legge 42: «Fumo negli occhi, perchè le città senza Circoscrizioni saranno poche e il risparmio minimo». Non concorda però con la proposta aclista: «Più istituzionalizziamo la partecipazione, più la deprimiamo. Il sistema migliore di pesi e contrappesi sarebbe realizzato da cinque consiglieri comunali delegati alle Circoscrizioni, con l’obbligo di far contare la voce degli abitanti, e da comitati di quartiere spontanei». I cittadini devono trovare «modalità autonome di partecipazione, non imposte e senza i cavilli tecnici e burocratici che hanno già bloccato le Circoscrizioni».
«Cinque piccoli regnanti sulle Circoscrizioni» sarebbero invece, secondo Muchetti, i consiglieri voluti da Margaroli. La democrazia, afferma, «va portata ancora più vicina ai cittadini, con scelte come il bilancio partecipato». Non bastano i comitati spontanei, «portatori di interessi di parte: serve la politica, capace di creare occasioni di confronto e soluzioni compartecipate». Muchetti riassume la proposta del Pd: «Una lista in ogni quartiere, unica, di cittadini a cui stanno a cuore gli interessi comuni, e il cui impegno è pubblicamente riconosciuto. Si stabilisce quanti di loro vanno eletti, e a quel punto i partiti faranno un passo indietro».
Nicola Rocchi