Da "Il Giornale di Brescia" di giovedì 16 gennaio 2014
Mini-Imu, per 80mila bresciani nove giorni per mettersi in regola
L’allarme dei Caf Acli: «La maggiore difficolta` e` informare i cittadini» Secondo le prime stime la spesa media sara` attorno ai 45 euro
Mancano nove giorni alla scadenza per il pagamento della cosiddetta mini-Imu, fissata per il 24 gennaio. L’imposta interessa i proprietari di immobili adibiti ad abitazione principale o di terreni a conduzione diretta. Un’imposta che potrebbe pesare per circa 3milioni e 600mila euro e che coinvolge almeno 80.000 bresciani che vivono nei Comuni riportati nella tabella qui a fianco; quelli cioè in cui è stata innalzata l’aliquota Imu 2013 sull’abitazione principale oltre lo 0,4%.
Al di là delle voci per sovraffollamento a sportelli comunali e uffici dei Caf la vera emergenza è un’altra. Sulla vicenda interviene Michele Dell’Aglio, direttore del Caf Acli di Brescia: «Il vero problema non è l’organizzazione del servizio, ma la situazione di disinformazione degli utenti. Stiamo cercando di informare tutti coloro che hanno già usufruito di servizi ai nostri sportelli». Sono circa 11.200 i bresciani, distribuiti tra città e i 67 Comuni della provincia che hanno un’aliquota superiore al 4 per mille e quindi interessati dalla mini Imu, che andranno ai Caf Acli. «Secondo una prima stima noi serviamo tra il 12% e il 15% dei contribuenti - prosegue Dall’Aglio -, quindi sono circa 80mila i bresciani, in sostanza circa 60mila le famiglie interessate che pagheranno l’Imu». La spesa media si aggirerà invece, secondo le stime nazionali, tra i 40 e i 45 euro. In sostanza la mini-Imu è una stangata che indicativamente peserà sulle tasche dei bresciani, che vivono nei 68 Comuni che hanno deciso di alzare l’aliquota, vale circa 3milioni e 600mila euro.
Il caos informativo secondo Dell’Aglio è legato al balletto di notizie «che in questi mesi ha animato il dibattito politico con una serie di dichiarazioni, smentite e controsmentite, ma pure ai tentennamenti del governo centrale». Le difficoltà di informazione per i contribuenti si tradurranno quasi inevitabilmente in ritardi nei pagamenti. Anche in questo caso il responsabile del Caf avanza una stima sull’incidenza del fenomeno: «Saranno almeno uno su cinque - prosegue
Dell’Aglio - e il pagamento di questa mini-Imu siamo certi che si protrarrà anche quando dovremo iniziare a compilare le dichiarazioni dei redditi. In quell’occasione anche coloro che avranno ritardato il pagamento correranno ai ripari». In tal caso si potrà usufruire del ravvedimento operoso: eseguire il pagamento in ritardo, entro l’anno, con una piccolissima sovrattassa che sarà solo di qualche euro.
Per quanto riguarda, poi, gli aspetti meramente tecnici, a partire dai calcoli che vanno effettuati per definire l’importo da versare (nella tabella centrale pubblichiamo alcuni esempi di calcolo, ma è chiaro che si tratta unicamente di una traccia visto che poi ogni contribuente ha un suo profilo ben specifico). «Si tratta in sintesi di un paio di detrazioni e di un calcolo basato anche sui minimi definiti da ogni singolo Comune. Ma ad ogni modo è molto difficile fare i calcoli esatti da soli, per questo è consigliabile che i possessori di casa si rivolgano agli sportelli comunali attivati da tutte le Amministrazioni o ai Caf».
Forse ancora più difficile risulta, secondo il responsabile del Caf Acli, la compilazione del modulo F24: «Presenta delle complessità interpretative davanti alle quali un normale contribuente va in difficoltà, anche perché vi sono voci come «acconto» e «saldo» che potrebbero mandare in confusione. Per questo la quasi totalità dei cittadini si sta rivolgendo a terzi. La situazione è molto diversa dall’Ici, che quasi tutti avevano imparato a calcolare da soli. D’ora in poi sarà difficile».
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