No all'Italicum, è la fotocopia del Porcellum

Mercoledì 22 gennaio 2014

Serve invece un sistema che garantisca, in modo equilibrato, la rappresentatività e la qualità della decisione politica e che offra condizioni di stabilità governativa

 
  

Roma, 22 gennaio 2014 - “Non possiamo pretendere dalla legge elettorale ciò che essa non è in grado di dare ma che attiene alla politica, alle capacità di iniziativa dei partiti. Molte delle attese che vengono assegnate alla legge elettorale appaiono ingiustificate e vanno perciò smitizzate”. Così ha affermato il presidente nazionale delle Acli Gianni Bottalico, intervenendo questa mattina alla Direzione Nazionale delle Acli, apertasi con l'incontro con Gianpiero D'Alia, ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione che ha illustrato i piani del governo per rendere più efficiente, veloce e meno costosa la macchina amministrativa dello Stato.
La Direzione Acli ha approvato all'unanimità un documento sulla riforma della legge elettorale, che a proposito della proposta di riforma della legge elettorale frutto dell'intesa maturata nell'incontro di sabato scorso tra il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi ed il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, afferma che “il pericolo evidente è che questo modello, solo pallidamente somigliante allo spagnolo, diventi un mini Porcellum. Del resto, - continua il documento della Direzione Acli - il ripristino del collegio unico nazionale per la ripartizione dei seggi e della duplice soglia d’ingresso in Parlamento, altro non sono che una fotocopia del Porcellum; così come l’impossibilità per l’elettore di esprimere in modo diretto la propria preferenza. Inoltre, come nel Porcellum, le liste si presenterebbero alleate tra loro al fine di conquistare il premio di maggioranza, alimentando il trasformismo e l’instabilità politica”.
Per le Acli sarebbe invece auspicabile che “il Parlamento lavorasse ad un’ipotesi di legge elettorale che garantisca, contemporaneamente e in modo equilibrato, la rappresentatività e la qualità della decisione politica e che offra condizioni di stabilità governativa”.

 

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