Norme e incentivi da migliorare

Venerdì 4 aprile 2014

Da "La Voce del Popolo" del 3 aprile 2014

Norme e incentivi da migliorare

Sembra che si sia giunti alla “volta buona”, visto che il Governo ha dichiarato che, in settimana, presenterà il disegno di legge con il quale intende superare la riforma Fornero e che andrà oltre le due “toppe” – relativamente ad apprendistato e contratto a tempo determinato – finora poste. Fin qui le regole. Queste sole, però, non creano occupazione e, solitamente, non indirizzano il mercato del lavoro, limitandosi a prendere atto della situazione e a “tipizzarla” in uno schema. Se, anche nel dibattito, i due poli a farla da padrone sono le regole del mercato del lavoro e il versante fiscale – l’ormai famoso cuneo – altri elementi vanno considerati nell’ottica di tornare a creare occupazione, possibilmente buona e stabile. Considerando solo normativa e versante fiscale della questione sembra che la visuale non sia completa. Il costo del lavoro, in Italia, è infatti al di sotto della media dell’Eurozona. Nel 2013 un’ora di prestazioni di un dipendente è costata al suo datore di lavoro 28,1 euro. Meno dei 28,4 registrati in media nei Paesi che condividono la moneta unica. Per esemplificare concretamente il concetto, prendiamo un settore produttivo, quello dei frigoriferi. Produrli in Turchia puo` costare fino a 8 volte in meno rispetto al farlo nel nostro Paese. In Germania, invece, i salri ufficiali sono più elevati dei nostri 45,7 dollari l’ora il salario lordo manifatturiero contro i 34,18 dollari l’ora dell’Italia: viene da chiedersi come sia possibile, vista la grande insistenza che si registra nel nostro Paese su questo argomento. Il fatto è che la competitività, nel caso tedesco, non riguarda tanto i salari, ma è garantita dalla maggior efficienza del sistema-Paese, che va dal costo dell’energia all’efficienza della giustizia civile e della burocrazia, dai tempi dei pagamenti della pubblica amministrazione e tra imprese private al nodo del sistema bancario creditizio, dal problema delle reti e infrastrutture (sia materiali che immateriali, pensiamo alla questione “banda larga”) al sistema della ricerca e dell’innovazione, passando dal sistema scolastico-universitario per arrivare alla tassazione. Il nostro cuneo fiscale è uno dei fattori di svantaggio ma, se non si metterà mano anche agli altri, difficilmente torneremo ad avere crescita dal punto di vista occupazionale. Le tante risorse, sotto forma di incentivi, che oggi vengono messe a disposizione delle imprese per far sì che queste assumano giovani o persone espulse dal ciclo produttivo, forse andrebbero più efficacemente indirizzate ad aumentare l’efficienza generale del sistema economico. Alle imprese oggi, per poter assumere, più che gli incentivi, serve avere lavoro da offrire.

 

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