Da "La Voce del Popolo" dell'8 gennaio 2015
Paese... spaesato
La 17a indagine di Demos sugli Italiani e lo Stato
Italia: un paese spaesato. Così il sociologo Ilvo Diamanti dipinge il nostro Paese, come si mostra nella XVII indagine su “Gli Italiani e lo Stato”, condotta da Demos. Il quadro rispetto al 2013 è peggiorato: all’incertezza si è aggiunto il senso di solitudine che gli italiani vivono nei confronti delle istituzioni e della comunità in generale.
L’Europa è lontana, oggi ancora di più (vista con favore dal 27% degli italiani: 22 punti meno del 2010, 5 in meno rispetto al 2013). Dello Stato è da molto che non ci si fida, ma il senso di sfiducia ora è conclamato anche nei confronti degli Enti locali (Comuni e Regioni), nati come l’istituzione maggiormente a misura di cittadino, in grado di rispondere in modo efficiente ed efficace ai suoi bisogni.
Rispetto al 2010, la credibilità dello Stato, dei partiti e del Parlamento è dimezzata: oggi solo il 3% ritiene importanti i partiti e solo il 7% apprezza il ruolo del Parlamento. Qualche anno fa la consolazione sarebbe venuta dalla saggezza del Presidente della Repubblica, da sempre l’istituzione più apprezzata. Ma anche Giorgio Napolitano è in caduta libera (dal 71 al 44%, dal 2010 ad oggi, 5 punti rispetto all’anno scorso), complice la permanenza forzata alla guida del Colle che si è rivelata meno risolutrice della crisi politico-istituzionale di quel che si sperava.
I servizi pubblici sono ritenuti sempre più inefficienti, il sistema fiscale è mal tollerato, la fiducia verso i sindacati e le organizzazioni imprenditoriali è sensibilmente calata. Gli indici di partecipazione stanno crollando: c’è meno adesione a manifestazioni, proteste, discussioni via web e perfino la roccaforte del volontariato sta subendo preoccupanti contraccolpi.
Solo Papa Francesco è apprezzato da nove italiani su 10, ma il suo credito non si estende nei confronti della Chiesa-istituzione. Stanchezza, solitudine, probabilmente anche rancore incarnano i sentimenti dei cittadini: ritmo, collaborazione, entusiasmo sono le promesse e gli auspici che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha fatto per il nuovo anno. Il confronto stride, stride parecchio. Per la verità anche don Primo Mazzolari richiamava a un’azione personale convinta “non per riordinare il mondo, non per rifarlo su misura, ma per amarlo” e scriveva: “Ci impegniamo noi e non gli altri, unicamente noi e non gli altri, nè chi sta in alto, nè chi sta in basso, nè chi crede, nè chi non crede. Ci impegniamo senza pretendere che altri s’impegnino, con noi o per suo conto, come noi o in altro modo”. Chissà se allora l’“assuefazione alla sfiducia” era una malattia già conosciuta?
Stefania Romano