Più lavoro ed equità per reggere ai colpi della crisi

Giovedì 29 maggio 2014

“Sebbene il Rapporto annuale dell'Istat riproduca una situazione del Paese con poche luci e molte ombre, emergono nel contempo dei punti di forza da cui si può ripartire”, sostiene Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli, a commento dei dati presentati questa mattina a Montecitorio. “I tre assi intorno a cui ruota la ricerca dell'Istat, squilibri sociali, squilibri territoriali, capacità produttiva, sono anche i temi principali di cui deve occuparsi la politica e che devono favorire un cambio di passo anche nell'Unione Europea, di cui l'Italia assumerà la presidenza di turno a luglio.

Per affrontare queste sfide - prosegue Bottalico - c'è bisogno del concorso armonioso delle istituzioni e dei corpi sociali intermedi che sentono la pressione dei dati rilanciati oggi dall'Istat, in particolare quelli sul lavoro: negli anni della crisi 2008-2013, sono stati persi 984 mila posti di lavoro, la disoccupazione è raddoppiata arrivando a 3 milioni 113 mila. Fa riflettere il fatto che questo crollo degli occupati proviene nella misura dell'89% dall’industria manifatturiera e dalle costruzioni. Si devono diminuire le importazioni e valorizzare la produzione nazionale, e si deve alleggerire il carico fiscale sulla casa.
 
La fotografia del Paese resa dall'Istat – conclude Bottalico - ci ricorda che l’Italia si colloca nelle ultime posizioni della graduatoria europea per le risorse dedicate alle famiglie e per le politiche di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. La riduzione delle disuguaglianze contribuisce alla ripresa come pure la riduzione degli squilibri territoriali che vedono la popolazione del Mezzogiorno sempre più penalizzata ed esposta al rischio di povertà”.

 

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