In queste settimane stiamo assistendo alla formazione e alla presentazione delle liste dei candidati per le elezioni politiche e regionali.
Ci fa piacere registrare da parte di molti partiti una significativa apertura alla società civile, ed un notevole aumento di giovani e di donne in molte liste (non in tutte purtroppo).
Come Acli bresciane, da sempre impegnate nel campo della formazione e della partecipazione alla cittadinanza attiva e alla democrazia, non possiamo che esprimere una valutazione positiva. Inoltre siamo felici e soddisfatti anche per il contributo dei tanti aclisti che in tutto il paese sono stati invitati ad entrare nelle liste per le elezioni nazionali e regionali.
I referenti provinciali del Coordinamento Donne e dei Giovani delle Acli sottolineano l’importanza che queste potenziali sorgenti rigenerative offrono, grazie al particolare contributo di prospettive e sensibilità differenti. Occorre però prestare molta attenzione perché ciò non si riduca a vano specchietto per le allodole, ma sia invece reale occasione di partecipazione plurale e fattiva.
Il processo di rinnovamento è una caratteristica fisiologica di ogni associazione (Michele Capra, presidente delle Acli provinciali negli anni cinquanta diceva che “è giusto che gli anziani lasciano ai giovani la possibilità di esprimere le loro fresche e generose energie”). Dovrebbe essere così anche per quanto riguarda i movimenti politici, anche se negli ultimi anni la nostra classe dirigente – non soltanto dei partiti, ma anche in moltissimi altri settori della vita pubblica del nostro paese – è sembrata voler rimandare il più possibile il momento del rinnovo generazionale e dell’apertura alle donne.
Siamo convinti che non basti inserire nelle liste un certo numero di giovani, di donne e di rappresentanti della società civile per poter parlare di rinnovamento. L’auspicio è che queste forze nuove e giovani aiutino i partiti a rinnovarsi, e che i partiti dimostrino una reale e concreta apertura a queste novità. Questi infatti restano uno strumento fondamentale per la vita democratica del paese.
La democrazia non è fatta soltanto dalle elezioni, per quanto queste ne siano il momento più esplicito, ma dalla capacità inclusiva quotidiana dei processi democratici. Ci auguriamo quindi che questo nuovo rapporto tra giovani, donne e società civile non si limiti al periodo elettorale, ma proseguendo anche successivamente sappia rinnovare la politica e realizzare quanto Aldo Moro sosteneva descrivendo il compito del partito che “parte da posizioni individuali, ma già le amalgama, ma già opera una sintesi nella quale comincia a esistere lo Stato”.