Sul gioco d’azzardo lo Stato va in direzione opposta alla società civile

Giovedì 19 dicembre 2013
Lo Stato va nella direzione opposta rispetto all’impegno della società civile e di molti enti locali”. Il commento del presidente provinciale delle Acli bresciane Roberto Rossini, si riferisce al provvedimento inserito nella nuova Legge di stabilità del Governo, che anziché combattere le ludopatie, inserisce a sorpresa un provvedimento che eroga 30 nuove concessioni per sale bingo e 7.000 nuove concessioni per videolottery, con l'obiettivo di recuperare 145 milioni di euro.
 
Negli ultimi mesi tutti stanno prendendo consapevolezza delle pesanti conseguenze sociali che il gioco d’azzardo fa ricadere sulle famiglie italiane. Le Acli hanno aderito con convinzione alla campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”, e tutti i bar dei circoli Acli della provincia di Brescia hanno rimosso le slot machine. Moltissimi comuni (anche bresciani) stanno cercando di arginare il fenomeno con i pochissimi strumenti legislativi che hanno a disposizione, e anche la Regione Lombardia ha da poco approvato una legge in tal senso con il contributo di tutte le forze politiche.
 
“Per questo – prosegue Rossini – siamo particolarmente delusi da questo provvedimento del Governo, il quale da una parte stigmatizza il gioco d'azzardo e parla di vere e proprie dipendenze, dall'altra aumenta le sale giochi, delegando poi la cura della ludopatia (ormai certificata dalla recente legge regionale) a regioni e comuni.”
 
Gli ultimi dati parlano di una spesa degli italiani per il gioco ulteriormente salita da 15,4 miliardi di euro nel 2003 a 79,8 nel 2011, con un incremento del 52% l'anno ed un fatturato totale che vale il 5% del Pil. La spesa media degli italiani maggiorenni è stata di oltre 1.500 euro nel 2011, ossia il 13,5% del reddito. Dato da purtroppo sarà da rivedere verso l'alto per quanto riguarda l'anno 2013.
 
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