Da "La Voce del Popolo" del 6 novembre 2014
Tre utili consigli
La legge di stabilità all'esame del Parlamento
La legge di stabilità in dibattito in questi giorni è un passaggio decisivo per il governo Renzi, dato che attraverso di essa si capirà se (finalmente) si sfoltiranno quelle spese inutili (gli enti parassitari) che gravano sul bilancio dello Stato impedendo il reale sviluppo del nostro Paese.
Di meriti, questa legge, potrebbe dunque averne molti. Ma qui ci concentreremo invece su ciò potrà essere migliorato, per evitare che - togliendo un po' di qua e un po' là - lo Stato migliori i suoi conti e il lavoratore li peggiori, come esito finale. Ecco allora tre piccoli consigli.
Primo consiglio: gli sgravi al fisco non s'accordano coi tagli al welfare. Gli aspetti positivi degli sgravi fiscali - per il lavoro, le famiglie con figli e le imprese - rischiano di essere annullati dai tagli al welfare o dall'aumento dell'imposizione fiscale cui si costringono gli enti locali. Al cittadino non verrebbe alcun beneficio reale. La speranza è che nell’iter parlamentare si trovino altre soluzioni, che consentano di ritirare i tagli alla spesa sociale. Tra questi rifinanziamenti sarebbe fondamentale prevedere fondi per per una misura di contrasto alla povertà assoluta, quale ad esempio il reddito di inclusione sociale (Reis). Non nascondiamo una preoccupazione anche per i servizi di patronato, che rischiano di far pagare al cittadino lavoratore un servizio finora sostenuto dai redditi dei lavoratori (ma che ora sarebbero tagliati).
Secondo consiglio: il risparmio è più importante del consumo. Colpisce l'attacco portato al risparmio sotto forma di possibile anticipo del tfr con tassazione ordinaria, tassazione delle polizze vita ma, soprattutto, aumento della tassazione sui fondi pensione. Proprio su quest'ultimo punto si concentrano le maggiori perplessità. In fase di presentazione del nostro ultimo Report sui redditi dei bresciani avevamo già rilevato come il ricorso a questa forma di accumulo sia molto bassa (cosa ovvia, visto certi stipendi, ma anche cosa grave, tenendo conto del problema sociale che tra qualche anno si manifesterà a questo proposito...) proponendo una maggiore appetibilità del prodotto tramite la leva fiscale. Esattamente il contrario di quanto sta avvenendo, con una tassazione che subirebbe un incremento dall’11,5 al 20%. Secondo i primi calcoli, la misura porterebbe, entro pochi anni, ad un’erogazione generale più bassa del 10%. E non è tutto: oltre ai fondi previdenziali, saranno colpite anche le polizze vita, fino a oggi completamente esenti dall’Irpef per gli eredi, che dal prossimo primo gennaio conoscerebbero uno choc fiscale del 26%.
Terzo consiglio: non giocare con l'azzardo. Qualche perplessità, infine, in merito al miliardo di gettito previsto da maggiori entrate sul gioco d'azzardo. È vero che si tratta di una variazione del meccanismo di vincita che porterà più soldi allo Stato e meno al vincitore, ma così si giustifica lo Stato biscazziere, nonostante dichiarazioni d’intenti, l'appoggio a slot mob e alle iniziative di contrasto al deleterio fenomeno.
Insomma non vorremmo che la “stabilità” della legge fosse una “somma zero”, con qualche soldo in più in busta paga e qualche servizio in più da pagare.
Roberto Rossini e Fabrizio Molteni