«Dio sogna una tavola imbandita per tutti»

Lunedì 28 ottobre 2013

Da "Il Giornale di Brescia" di lunedì 28 ottobre 2013

«Dio sogna una tavola imbandita per tutti»
Padre Alex Zanotelli, comboniano, alla giornata conclusiva di «Missiomeeting», invita a «liberare la nostra vita da un modello economico che ci sta distruggendo»

«Noi siamo le persone che incontriamo» sostiene Alex Zanotelli, missionario comboniano, a Brescia ieri per la giornata conclusiva del «Missiomeeting» diocesano. Ieri, ad incontrarlo, nella casa dei Comboniani di viale Venezia, erano in molti. Di certo, dopo la conferenza, i molti «non sono diventati» come lui - se così fosse, vivremmo tutti in un mondo migliore - ma, certamente, da lui sono stati stimolati a riflettere. A raccogliere, almeno in parte, l’invito accorato che padre Zanotelli ha rivolto e che è contenuto anche nel suo ultimo libro «Il gran sogno di Dio» (edito da Dissensi): «Non aspettiamoci miracoli da Dio; il silenzio di Dio significa che dobbiamo essere noi artefici del cambiamento» scrive. Forte, l’invito a «liberare la nostra vita dalle catene di un modello economico che ci sta conducendo all’autodistruzione. Ci attende una grande sfida, la costruzione di un nuovo paradigma che consenta a tutti di vivere meglio, rispettando la nostra Madre Terra». Ancora: «In questo momento particolarmente delicato, ancor di più ognuno di noi è chiamato in causa impegnandosi per far vincere la vita sulla morte e realizzare il Gran Sogno di un mondo dove regni la pace e la giustizia distributiva».
Padre Alex non poteva, alla conclusione di tre giorni di incontri e riflessioni sul senso della missione e della cooperazione, non soffermarsi sul significato di questi termini, oggi. Ha ricordato il giorno in cui il popolo della baraccopoli di Korogocho, alla periferia di Nairobi in Kenya, lo ha salutato dopo dodici anni, prima che lui partisse per una nuova missione, al Rione Sanità di Napoli, dove vive tuttora. «Ritorna dalla tua tribù bianca e convertila, altrimenti non c’è speranza per noi e per loro». Convertire, ecco. Un’azione, un percorso, una capacità di rimettersi completamente in discussione. Su questo si è particolarmente soffermato padre Alex: «Cosa vuol dire missione? Una delle migliori definizioni al proposito l’ho ascoltata proprio a Nairobi, da un missionario. Che ha detto: "significa sedersi dove la gente si siede e permettere a Dio di manifestarsi». Ha raccontato, Zanotelli, che nella sua vita ha avuto la fortuna di essere stato convertito: «Sono grato di poter leggere la storia dalla parte delle vittime e questo è importante, perché quando sei dalla loro parte, quando sei un pastore con l’odore delle pecore come ha detto Papa Francesco, allora puoi capire. I poveri aiutano a leggere la Parola di Dio. Il contesto ha la stessa importanza del testo e, dunque, se leggo il Vangelo dalla parte del sistema, quanto vi è scritto si trasforma in poesia, o in belle parole incapaci di incidere».
Convertirsi, dunque, per «liberare la nostra vita dalla schiavitù dell’economia e della finanza». Convertirsi, «per superare un sistema che impedisce che i beni siano equamente condivisi» ha aggiunto, ricordando il miracolo in cui Gesù moltiplicò i pani. «Spezzare il pane significa seguire la logica evangelica dell’economia dell’uguaglianza. C’è poco pane? Lo spezziamo e lo dividiamo tra tutti». Ma questo si può fare se «modifichiamo il nostro stile di vita e cambiamo le nostre abitudini» ha aggiunto. Per farlo, bisogna tuttavia essere in grado di leggere il sistema, e capire. «Ad esempio, perché il 20% della popolazione mondiale consuma l’80% delle risorse. O perché l’80% della popolazione non si ribella a questa schiavitù. San Francesco aveva già allora compreso che ad impedire la ribellione erano le armi» continua padre Alex. Ancora: «Capire, da cristiani, che è immorale giocare i soldi in borsa, perché i soldi si guadagnano lavorando. Come è immorale per i Paesi del Sud del mondo continuare a saldare l’enorme debito, perché a pagarlo sono i cittadini ai quali non vengono garantiti i diritti minimi, come il cibo e la salute. Dobbiamo capire che, prima delle banche, delle armi, dello sfruttamento del pianeta, viene la vita delle persone». E, dopo averlo capito, «bisogna che i nostri segni vengano trasformati in decisioni politiche». Per questo, padre Alex Zanotelli è convinto che «sia fondamentale che chi fa il bene si metta in rete, perché se ognuno fa per sè solo per aumentare il proprio ego, non vi è possibilità di incidere, nemmeno politicamente».

Anna Della Moretta
 

 

 

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