Acli, stare vicino ai lavoratori per aiutarli a trovare stabilita

Domenica 31 marzo 2013

Dall'inserto dedicato all'Associazionismo de "Il giornale di Brescia" di domenica 31 marzo 2013.

Acli, stare vicino ai lavoratori per aiutarli a trovare stabilita

«Attraversiamo una fase di grande fragilità del mondo del lavoro, sia dal punto di vista materiale che dal punto di vista immateriale. Stare vicino ai lavoratori in questo momento è un compito ancora più importante».
Sono queste le parole che Roberto Rossini, presidente delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, usa per descrivere l’attuale situazione italiana e il ruolo che ora spetta all’organizzazione che presiede a livello provinciale. Da oltre 60 anni le Acli si sono affermate come associazione che promuove, attraverso un sistema diffuso e organizzato sul territorio, il lavoro e i lavoratori, oltre ad incoraggiare la cittadinanza attiva e a difendere chi si trova in condizione di emarginazione ed esclusione sociale. Nell’attuale panorama, questi incarichi risultano ancora più fondamentali.
A riprova delle sue parole, Roberto Rossini porta due esempi: da una parte il report sui redditi degli associati a documentare l’aspetto tangibile della situazione; dall’altra la descrizione del vissuto personale dei lavoratori, raccontato tramite gli occhi dei cittadini.
Il rapporto annuale del CAF sulle dichiarazioni dei redditi del 2012 ha restituito la fotografia di un «paese immobile, fermo, bloccato» come sottolinea il presidente. La prima osservazione, infatti, è proprio quella di una sostanziale stagnazione del panorama economico bresciano, in cui vengono riaffermati tutti i trend emersi negli anni passati: la continua riduzione dei redditi a fronte del costante aumento dell’inflazione; la conferma di una disparità tra i redditi delle donne rispetto a quelli degli uomini; l’ampliamento della categoria più povera, ovvero di chi guadagna meno di 15 mila euro lordi all’anno, che spesso si vede costretta a rinunciare alle spese sanitarie e l’assodata difficoltà di accesso al credito. Non stupisce quindi che scorrendo alcuni dei 291 testi candidati per il concorso di prosa «Il Settimo Giorno», l’impressione sia quella di uno spaccato drammatico sul lavoro e sulle professioni nell’età postmoderna. Drammaticità che è sottolineata ancor più dalle differenze con le opere della precedente edizione del concorso, quasi 10 anni fa. I racconti narrano di un rapporto problematico e a volte conflittuale con questo mondo, un rapporto che si traduce «in una precarieta` anche nelle scelte di vita» dichiara Rossini.

 

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